UNA DELLE TRADIZIONI più radicate nel popolo manfredoniano discendente addirittura direttamente dal tempo dei progenitori della Siponto romana, è
UNA DELLE TRADIZIONI più radicate nel popolo manfredoniano discendente addirittura direttamente dal tempo dei progenitori della Siponto romana, è il Carnevale, che a Manfredonia inizia il 17 febbraio giorno in cui il calendario cattolico festeggia Sant’Antonio abate che nella dicitura popolare diventa “Sant’Andune masch’re e sune”, e termina con la ricorrenza delle Ceneri con l’appendice della Pentolaccia che si festeggia la domenica successiva. Un periodo che quest’anno è di 48 giorni, ma di essi solo nella dozzina finali sono concentrate le manifestazioni folcloristiche di baldoria e divertimento.
UNA MANIFESTAZIONE che nel tempo ha assunto aspetti particolari adattati alla cultura locale e finalizzati orami a scopi turistici. Il Carnevale di Manfredonia ha assunto gli aspetti più spettacolari alla fine degli Anni cinquanta con l’introduzione dei carri allegorici che con i gruppi mascherati hanno costituito il grosso della sfilata per le vie della città. In seguito si è aggiunta la sfilata delle mascherine, i bimbi delle scuole elementari, che per la spettacolarità dei costumi sfoggiati è stata denominata “La sfilata delle meraviglie”. Altra peculiarità notevole i veglioni con la partecipazione di band musicali e cantanti di grido.
CARNEVALE che si è andato trasformando da spontaneo-popolare a spettacolare-professionale. Con tutte le complicanze annesse e connesse. In particolare quella delle risorse finanziarie necessarie per sostenere quello che nel frattempo era diventato un carrozzone sul quale è salito un po’ di tutto. Non ha sortito gli effetti attesi la costituzione di una Agenzia del turismo, erede di una “Istituzione del Carnevale” e sua volta succeduta agli efficienti “Comitati organizzatori”.
ANCHE questo organismo partorito dalle velleità della politica, si è rivelato del tutto inefficiente. L’Agenzia è venuta meno nella sua funzione basilare, quella di captare fondi per finanziare gli eventi cittadini. I soldi attinti invariabilmente dalle casse comunali. Che, come risaputo, per le note disavventure amministrative, sono a secco. E dunque: niente soldi del Comune, niente Carnevale. Il povero Zé Peppe, maschera tipica del carnevale di Manfredonia, rimasto anch’egli disoccupato.
A SANT’ANDUNE ci sarebbe dovuto essere, come da tradizione, la presentazione del Carnevale, ma non ci sono stati né maschere e né suoni. Né sono alle viste manifestazioni carnevalesche. Data la situazione disastrosa politica-amministrativa nella quale anche l’Agenzia del turismo è coinvolta, e che ha trascinato la città in una critica condizione economica e psicologica, una pausa sarebbe il male minore.
GLI OPERATORI del carnevale hanno incrociato le braccia. Tutto è fermo. L’Amministratore unico dell’Agenzia del turismo, ha convocato per lunedì una assemblea dei soci ridottisi ormai nel numero e nella qualità, nella quale si dovrà, si dovrebbe, decidere non si sa cosa. Una partecipata del comune peraltro messa da tempo in discussione. Tra i rilievi mossi quello della mancata presentazione dei rendiconti dell’attività svolta. Al momento c’è solo l’annunciato contribuito della Regione Puglia di 50mila euro. Si guarda alla “Tassa di soggiorno” scattata il primo gennaio scorso, ma non mancano incertezze.
LO TSUNAMI amministrativo ha travolto anche il carnevale.
Michele Apollonio
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