Curarsi durante i periodi di vacanza, la Puglia punta sul turismo sanitario

“Il Made in Puglia come attrattore non solo per le sue bellezze artistiche-culturali, ma anche per le sue eccellenze sanitarie. È quanto prevede un em

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“Il Made in Puglia come attrattore non solo per le sue bellezze artistiche-culturali, ma anche per le sue eccellenze sanitarie. È quanto prevede un emendamento che ho presentato in favore del cosiddetto turismo sanitario. Un settore in grande espansione in Europa, che dalle nostre parti è ancora poco conosciuto e praticato. Eppure abbiamo tutti i numeri per richiamare l’attenzione di quanti scelgono la Puglia, e in particolare la Capitanata, per le loro vacanze o periodi di relax”. A dichiararlo è il capogruppo dei Popolari in via Capruzzi, Napoleone Cera.

“L’emendamento prevede una dotazione finanziaria per l’esercizio finanziario 2019 di 500 mila euro. La medesima dotazione finanziaria è anche assegnata per ciascuno degli esercizi finanziari 2020 e 2021. Il turismo sanitario offre l’opportunità di unire servizi sanitari di eccellenza con la vacanza. Non si tratta di viaggi della speranza, ma di una opportunità per i pazienti che decidono di scegliere la struttura dove curarsi, guardando ai servizi offerti, in modo da coniugare le più avanzate tecnologie mediche con il benessere e il relax”.

“La possibilità di venire in Puglia a curarsi, fruendo delle numerose eccellenze sanitarie della nostra regione, porterebbe nuovo ossigeno all’economia pugliese, alimentando nuove opportunità di destagionalizzazione dell’offerta turistica e favorendo una inversione di tendenza che, attualmente, penalizza la sanità regionale.  L’emendamento pone la Puglia in linea con l’Europa e risponde in pieno alla cosiddetta ‘Schengen sanitaria’ che ha aperto le porte ai cittadini dei 28 paesi dell’Unione di curarsi in altri stati dell’Ue.  Un recente studio dell’Osservatorio OCPS-SDA Bocconi ha evidenziato che in Europa i ricavi generati dal turismo sanitario ammontano a 12 miliardi di euro, e l’Italia detiene una quota del 17%, pari a circa 2 miliardi di euro, che potrebbero raddoppiare se si implementasse l’offerta sanitaria con i servizi turistici. Dunque – conclude -, eccellenze sanitarie al fianco delle eccellenze paesaggistiche, capaci di generare nuove offerte di servizi a tutto vantaggio dell’economia regionale”.

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