Marzia Spagnuolo di Zapponeta è leader dei giovani di Berlusconi in Puglia. Bordate contro sovranisti: “Miranda? Un trasformista”

Si chiama Marzia Spagnuolo, sta perfezionando i suoi studi in Legge e collabora col fratello alla crescita dell’azienda di costruzioni di famiglia. Or

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LE LUMINARIE DELLA DISCORDIA

Si chiama Marzia Spagnuolo, sta perfezionando i suoi studi in Legge e collabora col fratello alla crescita dell’azienda di costruzioni di famiglia. Originaria di Zapponeta, è lei la coordinatrice pugliese dei giovani di Forza Italia, che l’altra sera ha cenato insieme agli altri colleghi delle altre regioni italiane con Silvio Berlusconi. Il tweet del Cavaliere con la tavola natalizia e la foto degli azzurri di Forza Italia Giovani è diventato subito virale.

La giovane Marzia, che ha sfiorato la candidatura alle scorse politiche al posto di Annaelsa Tartaglione, è considerata la dirigente pugliese più vicina a Silvio Berlusconi e alla senatrice Licia Ronzulli. 26 anni, milita in Forza Italia da quando ne aveva 17. A lei e ai tanti ragazzi, che non sono stati attratti dalle sirene di Matteo Salvini, è stato dato l’arduo compito di rigenerare Forza Italia e di puntare tutto sul web e sull’uso dei social.

“Berlusconi è colui che ha inventato la comunicazione, stare al passo del web e dei social per lui sarebbe una forzatura, per questo dovranno essere i giovani ad intensificare questo terreno. Noi abbiamo ricevuto da lui l’onere e la responsabilità di mettere su una squadra di persone capaci per cambiare la rotta del partito soprattutto sui social. Dovremo essere i portatori di un baluardo di valori positivi. Le nostre parole chiave sono libertà, fiducia, giustizia e non giustizialismo, uguaglianza che non è egualitarismo, lavoro e non sussidi. Siamo stati il primo partito popolare della seconda repubblica. Siamo popolari ma non aizziamo la gente, non ne solletichiamo gli istinti più brutali”, spiega la coordinatrice giovani .

Per due dirigenti ed eletti, come Vincenzo Riontino e Luigi Miranda, che lasciano Forza Italia, ci sono altri giovani che ritengono che nel Paese vada ricostruita una forza moderata. E che quella forza non possa essere riconducibile al governativo M5S di Luigi Di Maio.

Marzia Spagnuolo

Cosa siete chiamati a fare per frenare l’emorragia di iscritti, di militanti e di ceto politico? Spagnuolo è netta. “Posso dire che soprattutto in Puglia, dove lo scenario è meno difficile che in altre regioni, una delle pecche più gravi è stata la mancanza di comunicazione. I vari livelli del partito hanno comunicato poco tra di loro. Noi abbiamo ora un nuovo corso con D’Attis e Damiani, hanno già dato una impronta diversa, chiamando il coordinamento dei giovani, vogliono considerarci. Vincenzo Riontino è stato il mio coordinatore per 4 anni, io sono stata la sua vice, è stato un dispiacere sapere del suo abbandono. Di certo, ci sono dei demeriti nostri, la proposta allettante che viene da Salvini per molti è irrinunciabile. Rispetto a chi preferisce la fuga al duro lavoro, io preferisco chi resta anche quando la nave sta affondando e non abbandona i propri ideali”.

Spagnuolo non nega di essere stata sorpresa dalla decisione di Luigi Miranda, un berlusconiano doc divenuto leghista. “È una scelta di convenienza politica, è un dato pacifico questo, rimbalza il suo trasformismo, che caratterizza la classe dirigente italiano sin dall’Ottocento. Quando noi eravamo a percentuali altissime, accoglievamo tanti transfughi, ora accade il contrario. C’è chi ha il coraggio di restare e chi preferisce scorciatoie”.

La Puglia è ora ad un bivio per le amministrative. “Io sono una di quelle che crede nella figura di Landella, ci ha sempre creduto. Non essendo foggiana di residenza, ma esplicando a Foggia la mia attività politica, posso dire che Landella ha fatto grandi passi in avanti, in una città non facile e in condizioni davvero complesse dal punto di vista finanziario. Spero che lui accetti la sfida delle Primarie, se si dovesse decidere a livello regionale che andranno disputate. Sarebbe deleterio presentarsi da soli alle amministrative. La coalizione ha un valore aggiunto, naturalmente va fatto un lavoro accurato di contrattazione per evitare che dopo le Primarie la coalizione si sfaldi”.

Sul sovranismo e sulla Lega la dirigente ha le idee chiare. “Nasco berlusconiana e da forzista della prima ora, sono una che è d’accordo con l’alleanza con la Lega, ma meno con la Lega di Salvini, la Lega è un partito nostro alleato da sempre, ha fatto un lungo percorso con Forza Italia. Non possiamo sottostare agli slogan di Salvini, questo accrescerebbe la crisi di identità di Forza Italia. La Lega che governa è quella della Lombardia e del Veneto.  Ma non è quella salviniana, non quella che dice ad un procuratore le cose gravissime che ha detto Salvini nel silenzio generalizzato. Lo so che queste mie parole possono sembrare un ossimoro, ma io dico Ok all’alleanza ma occorre rivendicare la propria identità”.

Spagnuolo si sente di escludere lo scenario “renziano”. Berlusconi non creerà a suo avviso un polo alleato con Carlo Calenda. Al Nord, che lei frequenta molto, alcuni sentimenti sono molto più sfumati nelle classi produttive. L’Altra Italia sarà il partito, il progetto politico berlusconiano, con cui ci si presenterà alle Europee. “Sovranismo  è diventata una parola troppo familiare- conclude- La moderazione, il buon senso sembrano oggi valori incarnati solo dal centrosinistra, ma non è così. C’è un popolo liberale nel Paese, che va soltanto rispolverato. Il concetto di sovranismo non ci appartiene. E per noi di Forza Italia le rimonte non sono mai state impossibili. I sondaggi ci danno all’8%, ma l’indice di preferenza di Silvio Berlusconi dopo 20 di scena politica, è al 25%, è ancora molto alto”.

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