Raduano resta in carcere. Per traffico droga, annullato arresto per l’arsenale

Annullata l’ordi­nanza cautelare per la più grave accusa di traffico di droga ag­gravato dalla mafiosità e con­cessione dei domiciliari per un’imputaz

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Annullata l’ordi­nanza cautelare per la più grave accusa di traffico di droga ag­gravato dalla mafiosità e con­cessione dei domiciliari per un’imputazione di concorso in detenzione ai fini di spaccio di 152 chili di marijuana per Luigi Troiano, 55 anni; accuse con­fermate per il figlio Gianluigi Troiano di 25 anni, che resta in carcere; come restano confer­mate le accuse più «pesanti» e quindi il carcere per il presunto capo clan Marco Raduano di 25 anni, anche se sono state annullate due imputazioni relati­ve al possesso di ingenti quan­titativi di droga e armi.

È l’esito del ricorso della difesa al Tri­bunale della libertà di Bari di 3 dei 4 viestani fermati nel blitz del 7 agosto scorso dai carabi­nieri del reparto operativo di Foggia su decreti firmati dalla Dda, poi convalidati dal gip di Foggia e successivamente da quello di Foggia. L’operazione antidroga ha colpito presunti esponenti o per­sone contigue al clan Raduano, uno dei due gruppi coinvolti nel­la sanguinosa guerra di mala viestana con i rivali del gruppo Perna, 7 dei quali sono a loro volta finiti in carcere tra il 21 agosto e il 10 settembre perché accusati di traffico di droga e detenzione e porto illegale di ar­mi con l’aggravante della ma­fiosità.

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