Fine fermo biologico, via libera alla pesca in parte dell’Adriatico

Via libera ai pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco, con

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Via libera ai pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall’inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco, con la fine del fermo pesca che dal 13 agosto aveva bloccato le attività della flotta italiana da San Benedetto a Bari, dal Molise alla costa adriatica della Puglia. A darne notizia in Puglia è Coldiretti Impresa Pesca, sottolineando che il fermo biologico non risponde più da tempo alle esigenze della sostenibilità delle principali specie target della pesca nazionale, tanto che lo stato delle risorse nei 33 anni di fermo pesca è progressivamente peggiorato, come anche parallelamente lo stato economico delle imprese e dei redditi.

“Con il fermo pesca aumenta il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture prodotto straniero o congelato. Il settore soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione, grazie all’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine”, denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele che ricorda quanto “il blocco delle attività della flotta da pesca italiana in tutto l’Adriatico, per cui chiediamo da tempo una radicale modifica, abbia determinato negli anni in Puglia un crollo della produzione, la perdita di oltre 1/3 delle imprese e di 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%”.

Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
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