In occasione dell’”Anno del Cibo italiano“, presso il Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, venerdì 7 settembre, ha avuto luogo il convegno “
In occasione dell’”Anno del Cibo italiano“, presso il Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia, venerdì 7 settembre, ha avuto luogo il convegno “Il cibo ai tempi di Federico II e di suo figlio Manfredi” seguito dalla degustazione sul panoramico bastione di alcuni cibi d’epoca medievale offerti dalla Tenuta Coppadoro con la partecipazione dell’Associazione Italiana Sommelier.
La manifestazione ha avuto inizio con i saluti del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia e del Parco Archeologico di Siponto, Alfredo de Biase, e del Presidente dell’Agenzia del Turismo, Saverio Mazzone, anche a nome del Sindaco Angelo Riccardi.
Il programma del convegno è stato introdotto dal direttore del Museo, con un discorso su “Il cibo come identità culturale nel Medioevo”, soffermandosi sull’importanza della dimensione del cibo nell’antichità anche in funzione terapeutica e curativa: “gli elementi filosofici del medico Galeno, acqua, aria, fuoco, terra..” ha spiegato de Biase “divennero principi culinari per definire il temperamento degli individui. Essere ciò che si mangia. Ad esempio la carne arrosto, considerata calda e umida, utile per alleviare i sintomi dell’impotenza era vietata a coloro che conducevano una vita monastica, prediligendo cibi freddi e secchi”.
A seguire, i relatori Pasquale Favia, Professore presso l’Università degli Studi di Foggia, e Vincenzo Valenzano, ricercatore presso l’Università degli Studi di Foggia, hanno approfondito rispettivamente su l’”Archeologia e storia dell’alimentazione in età sveva” e “La ceramica e l’alimentazione nella Capitanata bassomedievale”. Pasquale Favia ha focalizzato il suo discorso sulle consuetudini e sulle pratiche alimentari dell’epoca sveva con riferimento al “Liber Coquina”. Vincenzo Valenzano, infine, ha spiegato le caratteristiche dell’unico piatto decorato in cui i commensali mangiavano durante i banchetti del periodo svevo-angioino e nello specifico nella corte di Federico II, dichiarando che le forchette furono ideate in un secondo momento.
In questo excursus storico, è stato possibile comprendere come il cibo rappresenti l’identità di un luogo, di un territorio, che vi sia un continuum tra passato e presente. Al termine del convegno il torrione panoramico del Bastione dell’Annunziata è stato luogo ideale dove tutti i visitatori hanno avuto il piacere di degustare alcuni dei prodotti tipici del Bassomedioevo, già ampiamente trattati nella relazione della conferenza. In questo modo, la cucina sveva della Provincia di Foggia è diventata emblema di un atteggiamento di socializzazione richiamando il momento del convivio in cui sono risorti tradizioni e consuetudini tipiche.
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