Ci sono volute la bellezza di più di 5 denunce oltre ad atti di diffide ed innumerevoli interventi da parte delle pattuglie dei carabinieri di Mattin
Ci sono volute la bellezza di più di 5 denunce oltre ad atti di diffide ed innumerevoli interventi da parte delle pattuglie dei carabinieri di Mattinata e Manfredonia, ma alla fine il Tribunale di Foggia, con ordinanza che ne ha disposto la misura cautelare in carcere, la più grave e l’extrema ratio alla quale è possibile ricorrere solo in caso di inadeguatezza di altri provvedimenti previsti dalla legge, ha tratto in arresto il pluripregiudicato Antonio Pio Prencipe, classe 1972, nullafacente, soprannominato “il ricciolino”, persona notissima alle forze di polizia per essere anche stato vittima di un tentato omicidio a colpi di ascia sul corso principale di Mattinata.
Le condotte contestate all’indagato da parte della Procura della Repubblica e per cui il prevenuto è stato denunciato, spaziano dagli atti persecutori, al danneggiamento a seguito di incendio, alla tentata estorsione, all’esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
I fatti sono gravissimi e di inaudita ferocia, posti in essere da Prencipe nei confronti di alcune famiglie dimoranti in una remota contrada di campagna. Più volte nell’arco della giornata Prencipe raggiungeva i luoghi oggetto di causa e con la scusa di rivendicare presunti e mai dimostrati diritti di proprietà di una strada privata, con piccone ed altri arnesi, danneggiava irrimediabilmente gli impianti fognari e idrici dei vari coloni. Non solo: di notte si appostava sempre sui luoghi in considerazione tentando anche di scavalcare le varie recinzioni e scagliando pietre contro chi si frapponeva alla sua furia: “… esci fuori pezzo di merda che stasera ti tolgo di mezzo; ti sparo; ti uccido a te a alla tua famiglia“. Un crescendo di violenze rivolte anche ai carabinieri: “bastardi, pezzi di merda, pisciaturi, uomini senza palle…” culminato e con la richiesta di somme di denaro ai residenti acché cessassero le violenze in loro danno e con l’appiccamento di un incendio dei luoghi domato solo grazie all’intervento dei Vigili del fuoco.
Minacce continue e reiterate, promesse di inverecondi mali, oltraggi e resistenze anche agli stessi carabinieri che operavano e per cui già veniva tratto, in un primo moneto, in arresto. Il risultato di tali condotte hanno comportato e generato nei residenti l’integrale terrore di vivere la loro esistenza in quella zona e di mutare notevolmente le loro abitudini di vita oltre a ingenerare patologie in essi quali disturbi d’ansia e attacchi di panico.
Durissimo il commento del legale che assiste le vittime di questa assurda rivisitazione di una grottesca trama alla “Arancia meccanica”, l’avvocato Pierpaolo Fischetti: “Assistiamo ancora nel 2018 a squallidi fotogrammi di pura bestialità di chi crede di avere un proprio privato controllo su persone e cose inscenando aberranti, vessatori, comportamenti che dovrebbero indurre nello sgomento inermi e pacifiche famiglie. Così non è e non sarà; anche se la pazienza di alcuni è messa a dura prova dalle lungaggini inevitabili delle procedure e le giuste garanzie da riconoscere, alla fine e nella maggioranza dei casi la giustizia è inesorabile e integralmente riparatoria”.
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