Trasporto merci, la Lotras sceglie l’Emilia Romagna.

“Noi di Lotras siamo nell’accordo dell’Emilia Romagna per il cluster intermodale regionale e in Puglia no. L’Emilia Romagna ha messo su un accordo c

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“Noi di Lotras siamo nell’accordo dell’Emilia Romagna per il cluster intermodale regionale e in Puglia no. L’Emilia Romagna ha messo su un accordo con le imprese perché cerca uno sviluppo sulla intermodalità. Cosa si è fatto qui da noi? Silenzio tombale, qui c’è il mancato ascolto di una intera classe dirigente”.

Bastano queste parole amare del patron di Lotras System, Armando de Girolamo, per riassumere tutta la mattinata di oggi in Camera di Commercio occupata dal convegno “Logistica e Servizi nel Mezzogiorno”promosso  dalla Fondazione Mezzogiorno Sud Orientale, presieduta dall’ingegner Eliseo Zanasi e centrato sullo studio a cura di Sergio Curi e Marco Spinedi del Centro di Ricerca sulla Logistica della Liuc-Università Carlo Cattaneo.

Il comparto della logistica si piazza al primo posto in Emilia-Romagna, un tempo viva per il turismo, per dinamica di crescita dell’occupazione. Un settore che conta 10mila imprese, il 10,2% degli operatori nazionali, più di 77.300 occupati (+20% dal 2011 a oggi), 12,3 miliardi di euro di fatturato  (il 15% del settore a livello nazionale). Amazon è solo una delle tante ragioni dell’accelerazione logistica nella bassa padana, che mira principalmente ad una forte cura del ferro. Lotras è in quella partita e investirà nella sua piattaforma di Villa Selva 5 milioni, tra fondi pubblici e privati. L’Emilia Romagna, lo scorso marzo, ha deciso di collocare 700 milioni di investimenti sulla logistica, di cui 21 al Terminal Le Mose per l’adeguamento infrastrutturale, 6,8 milioni all’Interporto di Parma per l’elettrificazione dei binari, 10 milioni a Marzaglia per l’attivazione del nuovo terminal previsto per il dicembre del 2018, 20 milioni per Bologna Interporto col potenziamento ferroviario, 5 milioni a Villa Selva appunto gestito da Lotras per il potenziamento dei binari, 21 milioni per il Porto di Ravenna per l’accessibilità ferroviaria e ben 235 milioni per il progetto di escavazione dei fondali, 13,9 milioni a Dinazzano per l’elettrificazione e il miglioramento dell’accessibilità, 64,7 milioni per l’adeguamento delle infrastrutture ferroviarie per il traffico merci per le linee Bologna-Padova, Bologna- Rimini, Castelbolognese-Ravenna, Bologna-Prato, Bologna-Piacenza e Bologna-Verona, 62 milioni per il potenziamento di Castel Bolognese-Ravenna e 234 milioni di euro per il raddoppio della Ferrovia Pontremolese.

La piattaforma che manca

Tutti questi temi in Puglia e nella pianeggiante Capitanata – “crocevia europeo per gli stupefacenti”, come da definizione del Ministro Marco Minniti, ma non per le merci – invece restano al palo. Sono bloccati ancora gli investimenti per la piattaforma logistica prevista dal Patto per il Sud, del valore di 40 milioni di euro.

A che punto siete? De Girolamo è sarcastico : “E che ne so? Noi abbiamo speso 2 milioni di euro per il progetto esecutivo e dopo diversi incontri, la Regione ha deciso che il suo interlocutore sarà l’Asi. Insomma, noi abbiamo scherzato. Viviamo in un territorio in cui continuamente ci sono ambiguità, a Villa Selva riusciamo a lavorare perché c’è chiarezza. Noi siamo una delle 7 aziende dell’accordo”.

La concorrenza al Sud è più che sleale, secondo de Girolamo, perché esiste una diversa competitività dei territori. Tantissimi vettori su gomma stanno abbandonando Foggia per i motivi più svariati. Dalla inaffidabilità dell’organizzazione del personale ai furti. “La tematica della sicurezza incide, noi abbiamo dovuto presentare la certificazione di responsabilità, abbiamo una guardiania armata h24, costi aggiuntivi che invece a Bari si accolla il pubblico. Il nostro concorrente, la Gts logistic di Bari, paga per 35mila metri quadrati 100 euro al mese, noi invece con l’Asi abbiamo una pigione di 40mila euro all’anno, per un’area che abbiamo allestito e messo in sicurezza noi, con i nostri soldi. La Gts ha avuto un risparmio netto di 1,2 milioni. È ovvio che c’è una differenza sostanziale. Noi dovremmo interpretare ed organizzare la logistica prima che le cose diventino evidenti”. Il riferimento è alla catena del freddo e a tutti i prodotti ortofrutticoli gestiti quasi autonomamente dalla grande distribuzione, in particolare l’hub Lidl. È un pioniere de Girolamo. Da 25 anni parla di logistica in Capitanata. “Quello che dovevamo dimostrare noi è nella storia, adesso tocca agli Enti. Abbiamo anche preparato i tecnici al nostro interno perdendo tempo e distogliendo le figure apicali”. Formazione e internazionalizzazione sono i temi per i quali i player emiliani del segmento logistico hanno chiesto un aiuto a livello pubblico.

Formazione

A tal proposito il presidente dell’Interporto di Bologna Marco Spinedi ha evidenziato che mancano circa 100mila tecnici medi sul mercato. Per questo si è lanciato il tema della stretta collaborazione tra Its Da Vinci che ha un corso di studi sulla logistica e l’Unifg, che al Safe ha attivato il corso in Sistemi Logistici per l’Agroalimentare. Presenti oggi sia la dirigente Anna Maria Novelli sia il direttore Agostino Sevi insieme ai giovani studenti dell’Its di Foggia, Taranto e del Liceo Volta. Il Da Vinci secondo Eduscopio si colloca al secondo posto in Puglia come indice di occupabilità, ma molti dei ragazzi in alternanza scuola lavoro con Alidaunia si sono però detti delusi sui laboratori della loro scuola. “Non sempre le competenze in uscita sono coerenti con quello che cercano le aziende”, è stato il loro commento spassionato al nostro giornale web.

Competitività&Infrastrutture

Cosa sarebbe uno dei porti del Sud Italia se fosse a Rotterdam, Anversa o Amburgo? Stamattina si è mutuato l’interrogativo recente di Report. Il 50% dei traffici vanno dall’Est all’Ovest, attraverso il Canale di Suez, ma nessuno di questi traffici viene intercettato da Gioia Tauro o Taranto o Napoli o Brindisi, perché tutti diretti a Rotterdam, che da solo vale il 15% del Pil olandese.

Molto critico con i livelli politici regionali e non solo, anche il presidente camerale Fabio Porreca, ritrovatosi dopo anni fianco a fianco ad Eliseo Zanasi. La logistica e l’integrazione a valle lasciano immense quote di valore nei territori. Quote che oggi la Capitanata perde completamente, se non per pochissime merci, come il pomodoro.

“La disoccupazione secondo i dati Istat è al 25%, siamo secondi solo a Crotone, abbiamo bisogno di investimenti tangibili. Su cosa dobbiamo lavorare? Non possiamo più accettare l’inerzia e l’inefficienza della pubblica amministrazione, che sfocia in sciatteria amministrativa”. I temi citati da Porreca sono stati tanti: Gino Lisa, Patto per il Sud, la galleria Monte Saraceno, la Commissione Nazionale Prezzi. “Nella cabina di regia abbiamo ragionato sui progetti, con una posizione unitaria e con le risorse. Qualcuno ha notizie del Patto per il Sud? A chi è dovuto lo stallo per il Patto per la Puglia? Quando si parla di cose serie non ci dobbiamo dividere, la fatica per la Cun non è comprensibile, perché questo territorio deve faticare il doppio per ottenere ciò che gli spetta? Perché dobbiamo elemosinare per l’apertura della domenica della galleria per Mattinata? È così che devono andare le cose? Non possono andare così, non rassegniamoci. Dobbiamo essere uniti, propositivi e motivati”. Il convegno si è concluso con un impegno sottoscritto dalla Fondazione: creare una cabina di regia e affidare uno studio ad hoc agli esperti di Ravenna.

 

 

 

 

 

 

fonte. immediato.it

 

 
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