DALLA REGIONE INSISTONO: “PUNTI DI PRIMO INTERVENTO, NESSUNA CHIUSURA”

Questo pomeriggio, presso il Dipartimento regionale delle Politiche per la salute, il direttore del Dipartimento, Giancarlo Ruscitti insieme con la st

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Questo pomeriggio, presso il Dipartimento regionale delle Politiche per la salute, il direttore del Dipartimento, Giancarlo Ruscitti insieme con la struttura tecnica, ha incontrato i direttori generali delle sei Asl pugliesi per un confronto sulla proposta di riordino dei Punti di Primo Intervento.  Tutto ciò sarà propedeutico all’organizzazione delle conferenze dei sindaci che si svolgeranno sui territori, prima dell’ulteriore confronto con gli assessori che si svolgerà nuovamente nel corso di una Giunta ordinaria.

 

“Quello che dobbiamo fare, come struttura tecnica – ha detto Ruscitti al termine della riunione con i direttori generali – è garantire a tutti i pugliesi un’assistenza in emergenza adeguata agli standard nazionali. Più volte siamo stati sollecitati dal Ministero della Salute ad adempiere in tema di Punti di Primo Intervento perché così come sono stati immaginati e costituti, sono stati una cerniera di passaggio tra un ospedale che è stato riconvertito in PTA (Presidi Territoriali di Assistenza) e una gestione dell’emergenza. Ora che la Puglia è in grado di assicurare un livello superiore di assistenza, passiamo alla seconda fase che si accompagnerà, io spero entro l’anno, con la nascita dell’agenzia regionale per il 118”.

 

“Noi stiamo lavorando, come è giusto che sia – ha continuato Ruscitti – anche per rispondere ai comuni della Puglia che hanno avuto paura che la riconversione dei PPI rappresentasse  un danno per la popolazione. Ma in realtà non è così. Molti PPI erano aperti 12 ore, quindi durante la notte era già il 118 che suppliva alla chiusura del punto di primo intervento.

Con questa riconversione laddove ci sono più di 6mila prestazioni all’anno, resterà una postazione fissa con personale del 118 che sostituirà quello ospedaliero e che, a differenza di oggi, potrà garantire interventi anche al di fuori della postazione, pienamente integrati nel sistema 118.  In tutti i Comuni interessati garantiremo la presenza di almeno una postazione medicalizzata, e soprattutto andiamo a collocare questi mezzi presso i Presidi territoriali di assistenza, dove ci sono già gli specialisti. Andremo a dare una risposta più completa e ampia rispetto a quello che davamo oggi.  Nessuna chiusura, quindi. Andiamo avanti con la piena integrazione dei punti di primo intervento nelle rete territoriale della emergenza 118″.

 

In realtà il Dipartimento regionale per le Politiche della salute, su input del Presidente della Giunta regionale Michele Emiliano, sta ragionando da molti mesi con i direttori generali in merito ad una riformulazione dell’assistenza sul territorio pugliese.

 

“Di una riformulazione dell’assistenza sul territorio pugliese – ha sottolineato Ruscitti – abbiamo cominciato a parlare sin dal 2016 con il Piano operativo e con il Piano di riordino ospedaliero che prevedeva, anche per la nostra regione, il superamento dei Punti di primo intervento con una partecipazione più attiva del 118. In altre parole, noi abbiamo oggi dei Punti di primo intervento che si dedicano soprattutto ai codici bianchi e ai codici verdi. La sostituzione, quindi non la chiusura ma la sostituzione con ambulanze medicalizzate, fa si che le persone possano trovare in quel luogo già il medico operativo e che si possano gestire anche i codici gialli e i codici rossi nel trasporto. Questo, dal punto di vista funzionale, per i residenti in Puglia è un vantaggio”.

 

Infine sui tempi Ruscitti è stato chiaro.

“Prima dell’estate molti PPI, dove sono già presenti i PTA, li trasformeremo in ambulanze medicalizzate. In molti casi, come ad esempio sul Gargano, raddoppieremo, come l’anno scorso, la presenza del 118. Vorrei ricordare – ha proseguito il direttore del Dipartimento – che a Vieste, ad esempio, abbiamo messo due ambulanze l’estate scorso con benefici per i turisti e la popolazione. Continuiamo su questa strada. Dove esiste cioè una popolazione temporaneamente aumentata, noi aumentiamo la presenza delle ambulanze perché dobbiamo garantire, lontano dagli ospedali, una funzione di emergenza. Il Punto di primo intervento prima comunque avrebbe dovuto chiamare l’ambulanza.  In questo modo – ha concluso Ruscitti – invece noi evitiamo un doppio passaggio”.
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