Slot Machine: diecimila apparecchi in meno in Puglia „In attesa del decreto si riducono le slot in Puglia: 10mila in meno entro il 30 aprile“

Slot Machine, l’intesa raggiunta a settembre 2017 tra Stato e Regioni in materia di gioco pubblico, attende l’emanazione definitiva del decreto. Il d

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Slot Machine, l’intesa raggiunta a settembre 2017 tra Stato e Regioni in materia di gioco pubblico, attende l’emanazione definitiva del decreto. Il documento programmatico dovrà essere tradotto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in un apposito decreto ministeriale che in via definitiva dovrà disciplinare le caratteristiche dei locali che possono installare gli apparecchi da intrattenimento, nonché le modalità con le quali Regioni ed Enti locali possano partecipare alla definizione delle regole per la loro installazione.

“Nel frattempo si sta procedendo con la riduzione delle slot, intervento attuato in due fasi anche in Puglia: la prima portata a termine il 31 dicembre scorso e la seconda prevista entro il 30 aprile 2018 che vedrà la consistente riduzione di circa diecimila apparecchi rispetto ai 30mila esistenti. Un ragionevole punto di equilibrio tra tutte le diverse esigenze – ha spiegato Domenico Distante, confermato nei giorni scorsi alla presidenza della delegazione regionale della Sapar (Servizi Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative –, condiviso dagli operatori del settore e che punta a raggiungere diversi obiettivi: contrastare la criminalità organizzata, ridurre i volumi di gioco e tutelare i livelli occupazionali in quella che è considerata la terza industria in Italia”.

“L’intesa– ha aggiunto Distante – dovrebbe garantire una maggiore omogeneità alla legislazione del gioco in Italia con l’intento di raggiungere un accettabile punto di equilibrio tra accresciute esigenze sociali e lo sviluppo del settore. In attesa del decreto – ha concluso Domenico Distante – confidiamo nel buon senso di Regioni e Comuni nell’interesse collettivo volto a tutelare le attività esistenti, salvaguardare i posti di lavoro (300mila in Italia) e gli investimenti attuati, oltre ad arginare la diffusione del gioco illegale”.

 


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