Piove in Puglia ma l'acqua va perduta gli invasi restano vuoti

La pioggia ha portato una leggerissima inversione di tendenza. Ma l’emergenza idrica non è affatto terminata. Anzi: i dati aggiornati dicono che negli

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La pioggia ha portato una leggerissima inversione di tendenza. Ma l’emergenza idrica non è affatto terminata. Anzi: i dati aggiornati dicono che negli invasi pugliesi e lucani c’è il 55% di acqua in meno rispetto allo scorso anno. E soprattutto che le piogge delle prossime due settimane non porteranno incrementi significativi: ecco perché Acquedotto Pugliese manterrà attive le attuali restrizioni di pressione, salvo adottare nuove misure di contenimento.

«C’è stato un lieve aumento, ma le previsioni che preannunciano nuove piogge andranno valutate con cautela. Dovremo fare il punto a gennaio», dice Nicola Giorgino, sindaco di Andria e presidente dell’Autorità idrica pugliese. Sul tavolo ci sono i dati sulla disponibilità idrica, che non fanno presagire nulla di buono. Rispetto a un mese fa, la situazione è lievemente migliore rispetto allo scenario cosiddetto «P zero» (nessuna pioggia), secondo cui l’acqua negli invasi si esaurirà a marzo, ma lontanissimo da quello definito «P dieci» (la quantità di pioggia caduta nel peggiore anno dell’ultimo decennio) che pur non sufficiente a ristabilire l’equilibro farebbe sì che ad aprile ci siano negli invasi circa 250 milioni di metri cubi, il minimo indispensabile per passare la prossima estate.

I dati dicono che le sorgenti campane (Sele-Calore) stanno fornendo 3.400 litri al secondo contro i 4.500 dello scorso anno. Nella diga di Conza della Campania ci sono 16,8 milioni di metri cubi (erano 27,2 dodici mesi fa), 43,2 nel Pertusillo (75,2), 52,6 nel Sinni (220), 65,1 nel Fortore (113,8), 28,9 nel Locone (26,7). A conti fatti, dunque mancano all’appello 256 milioni di metri, ovvero – come detto – il 55% della risorsa idrica disponibile un anno fa. La pioggia delle ultime settimane ha solo rallentato la diminuzione del livello, e – a parte il Fortore – non ha prodotto incrementi significativi delle riserve.

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