Una nuova stagione di legalità e valorizzazione ambientale si apre per l'“Ex Valle da Pesca”, nota anche come Riservetta di Manfredonia. Dopo le dem
Una nuova stagione di legalità e valorizzazione ambientale si apre per l’“Ex Valle da Pesca”, nota anche come Riservetta di Manfredonia. Dopo le demolizioni realizzate sull’area e i ricorsi al TAR promossi dagli occupatori per rivendicarne la proprietà, il Consorzio per la bonifica della soluzioni conciliative delle controversie insorte, tali da rendere non più contestabile la titolarità in capo al Consorzio dei terreni e la loro naturale vocazione naturalistica e ambientale. Sono stati, infatti, perfezionati con gli ex occupatori singoli atti di concessione in dell’intero compendio, divisa in lotti, per esclusive finalità agricole ritenute compatibili con gli interessi pubblici coinvolti e con espresso impegno al pieno rispetto delle normative urbanistiche, paesaggistiche ed ambientali, nonché dei vincoli presenti sull’intera area. Un lavoro sinergico svolto negli anni da Prefettura di Foggia e Forze dell’Ordine coinvolte che ha portato alla demolizione di 13 fabbricati, per un volume costruito di 1500 metri cubi, nonché di 1500 metri quadrati di piazzali in calcestruzzo, consentendo, altresì, la regolare prosecuzione dei lavori finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE+ Puglia, grazie ai quali è in corso il ripristino delle zone umide che in passato erano state prosciugate. Si tratta di un’area ad alto valore ecologico che conserva idrogeologico al servizio delle aree successivamente urbanizzate rischierebbero di essere nuovamente allagate o impaludate. grande interesse è il sito dove si è intervenuto corsi d’acqua più inquinati della Puglia, dove la presenza di zone umide rappresenta un determinante effetto mitigatore dell’inquinamento e degli eventi idrologici (alluvioni, esondazioni) che possono rappresentare un pericolo diretto per la vita umana. “Abbiamo raggiunto un eccellente risultato” Francesco Santoro – “oltre al ripristino della legalità ed alla restituzione di una intera area alla sua funzione di patrimonio naturale, si è inteso svolgere Life+ – anche una funzione sociale, mediante l’inserimento socio che hanno chiesto di poter utilizzare parte delle aree per scopi agricoli compatibili. aggiunge Santoro – “rinnovare un particolare ringraziamento alla Prefettura di Foggia e alle Forze dell’Ordine per l’impegno profuso, senza il quale questo risultato non si sarebbe mai raggiunto”. COMUNICATO STAMPA L’ “Ex Valle da Pesca” a Manfredonia definitivamente restituita alla natura e alla legalità Chiuso il capitolo delle aree del Consorzio per la bonifica della Capitanata, già liberate da costruzioni abusive, ora affidate per la gestione naturalistica al Centro Studi Una nuova stagione di legalità e valorizzazione ambientale si apre per l’“Ex Valle da Pesca”, nota di Manfredonia. Dopo la demolizione dei numerosi manufatti abusivi realizzati sull’area e i ricorsi al TAR promossi dagli occupatori per rivendicarne la proprietà, il per la bonifica della Capitanata ha chiuso definitivamente la vicenda, raggiungendo delle controversie insorte, tali da rendere non più contestabile la titolarità in capo al Consorzio dei terreni e la loro naturale vocazione naturalistica e ambientale. Sono stati, infatti, perfezionati con gli ex occupatori singoli atti di concessione in uso di una piccola parte divisa in lotti, per esclusive finalità agricole ritenute compatibili con gli interessi pubblici coinvolti e con espresso impegno al pieno rispetto delle normative urbanistiche, nonché dei vincoli presenti sull’intera area. Un lavoro sinergico svolto negli anni dal Consorzio per la bonifica della Capitanata, Regione Puglia, Prefettura di Foggia e Forze dell’Ordine coinvolte che ha portato alla demolizione di 13 fabbricati, volume costruito di 1500 metri cubi, nonché di 1500 metri quadrati di piazzali in calcestruzzo, consentendo, altresì, la regolare prosecuzione dei lavori finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE+ Natura e Biodiversità 2009, promosso da Puglia, grazie ai quali è in corso il ripristino delle zone umide che in passato erano state Si tratta di un’area ad alto valore ecologico che conserva un’indispensabile funzione di equilibrio idrogeologico al servizio delle aree bonificate; senza di essa, anche le aree messe a coltura o successivamente urbanizzate rischierebbero di essere nuovamente allagate o impaludate. dove si è intervenuto, localizzato presso la foce del Candelaro, più inquinati della Puglia, dove la presenza di zone umide rappresenta un determinante effetto mitigatore dell’inquinamento e degli eventi idrologici (alluvioni, esondazioni) che possono rappresentare un pericolo diretto per la vita umana. o raggiunto un eccellente risultato” – dichiara il Direttore Generale del Consorzio, “oltre al ripristino della legalità ed alla restituzione di una intera area alla sua funzione di patrimonio naturale, si è inteso svolgere – in sintonia con tutti i Partner del Progetto anche una funzione sociale, mediante l’inserimento socio-economico degli ex occupatori che hanno chiesto di poter utilizzare parte delle aree per scopi agricoli compatibili. ovare un particolare ringraziamento alla Prefettura di Foggia e alle Forze dell’Ordine per l’impegno profuso, senza il quale questo risultato non si sarebbe mai raggiunto”. COMUNICATO STAMPA L’ “Ex Valle da Pesca” a Manfredonia definitivamente restituita alla natura e alla legalità Chiuso il capitolo delle aree del Consorzio per la bonifica della Capitanata, già liberate da costruzioni abusive, ora affidate per la gestione naturalistica al Centro Studi Una nuova stagione di legalità e valorizzazione ambientale si apre per l’“Ex Valle da Pesca”, nota ione dei numerosi manufatti abusivi realizzati sull’area e i ricorsi al TAR promossi dagli occupatori per rivendicarne la proprietà, il Capitanata ha chiuso definitivamente la vicenda, raggiungendo delle controversie insorte, tali da rendere non più contestabile la titolarità in capo al Consorzio dei terreni e la loro naturale vocazione naturalistica e ambientale. Sono stati, uso di una piccola parte divisa in lotti, per esclusive finalità agricole ritenute compatibili con gli interessi pubblici coinvolti e con espresso impegno al pieno rispetto delle normative urbanistiche, Capitanata, Regione Puglia, Prefettura di Foggia e Forze dell’Ordine coinvolte che ha portato alla demolizione di 13 fabbricati, volume costruito di 1500 metri cubi, nonché di 1500 metri quadrati di piazzali in calcestruzzo, consentendo, altresì, la regolare prosecuzione dei lavori finanziati dall’Unione Natura e Biodiversità 2009, promosso dalla Regione Puglia, grazie ai quali è in corso il ripristino delle zone umide che in passato erano state un’indispensabile funzione di equilibrio , anche le aree messe a coltura o successivamente urbanizzate rischierebbero di essere nuovamente allagate o impaludate. Di del Candelaro, uno dei più inquinati della Puglia, dove la presenza di zone umide rappresenta un determinante effetto mitigatore dell’inquinamento e degli eventi idrologici (alluvioni, esondazioni) dichiara il Direttore Generale del Consorzio, “oltre al ripristino della legalità ed alla restituzione di una intera area alla sua ia con tutti i Partner del Progetto economico degli ex occupatori che hanno chiesto di poter utilizzare parte delle aree per scopi agricoli compatibili. È doveroso” – ovare un particolare ringraziamento alla Prefettura di Foggia e alle Forze dell’Ordine per l’impegno profuso, senza il quale questo risultato non si sarebbe mai raggiunto”. “Ora è finalmente possibile voltare pagina”, sostiene il Presidente del Consorzio Giuseppe De Filippo – “e quindi lavorare alacremente per la riqualificazione della zona, vasta oltre 40 ettari e collocata tra la foce del torrente Candelaro, la riserva dello Stato di Frattarolo e l’Oasi Lago Salso, con enormi potenzialità di valorizzazione ambientale”. “A tal fine, dichiara ancora De Filippo, l’intera area della ex Valle da Pesca è stata affidata in gestione al Centro Studi Naturalistici Onlus, beneficiario associato del Progetto LIFE, che, in linea con i propri scopi istituzionali, potrà assicurare una corretta conservazione naturalistica delle aree recuperate”.
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