Olio, la Puglia trionfa ma c'è la concorrenza di Igp toscani

La campagna olearia 2017-2018 si presenta molto interessante rispetto alla precedente. Qualità, tracciabilità, certificazioni, denominazione e sistem

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La campagna olearia 2017-2018 si presenta molto interessante rispetto alla precedente. Qualità, tracciabilità, certificazioni, denominazione e sistema di controli possono rappresentare strumenti utili per determinare il giusto valore dell’olio pugliese. L’Italia firma il 15 per cento della produzione mondiale di olio e circa la metà è targata Puglia. Di questo e di altro si è discusso nel corso del convegno Assoproli che si è svolto a Bari avente per oggetto «Strategie e creazione del giusto valore per l’olio extravergine d’oliva pugliese di qualità». Obiettivo, inividuare un percorso di sviluppo per riposizionare gli extra vergini di qualità.

I più recenti dati sulla produzione di olio di oliva pugliese, come ha evidenziato Franco Guglielmi, presidente di Assoproli Bari, sono positivi anche se «purtroppo ancora oggi sul mercato ci sono oli Igp toscani che sono venduti più e meglio degli oli pugliesi a Denominazione di origine protetta. L’impegno di Assoproli è quello di continuare ad aiutare gli operatori olivicoli pugliesi, in primis i soci, a superare il problema atavico legato alla scarsa capacità di comunicare, promuovere e commercializzare, nel modo migliore, il prodotto».

Nel corso dei lavori si è discusso anche dell’allarme sulle importazioni di olio extracomunitario, evidenziando l’estrema importanza della tracciabilità degli oli extra vergini pugliesi e dell’applicazione di tutti gli strumenti che garantiscano ai consumatori la corretta informazione, su basi scientifiche, della provenienza degli oli.

Le certificazioni di qualità rappresentano un strumento per segmentare il mercato e per creare valore al territorio. L’Italia per numero di denominazioni è il primo Paese al mondo. La Puglia con l’olio vanta 5 denominazioni, quindi si trova in una posizione di vantaggio rispetto alle altre regioni e rispetto ai Paesi europei. Ma c’è un dettaglio: noi pugliesi siamo in Italia quelli che lo vendono a prezzi bassi.

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