Riapre il “Guarda che luna” dei Romito, Riesame conferma sequestro ma con facoltà d’uso

Facoltà d’uso del ristorante ma sequestro confermato per il “Guarda che luna”, locale dei Romito situato in zona “Acqua di Cristo” a Manfredonia. Oggi

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Facoltà d’uso del ristorante ma sequestro confermato per il “Guarda che luna”, locale dei Romito situato in zona “Acqua di Cristo” a Manfredonia. Oggi il Tribunale del Riesame di Foggia ha dato l’ok alla società “Bar Centrale di Romito Francesco s.a.s.”.

I sigilli al “Guarda che luna” erano stati posti al termine di un’indagine condotta dalla Procura di Foggia e messa in atto dai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale Carabinieri del Gruppo di Foggia, della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia e della Compagnia Carabinieri di Manfredonia.

Agibilità rilasciata nel 2008

Nel pomeriggio è stato pubblicato il dispositivo, le motivazioni sono attese entro i prossimi dieci giorni. Con la concessione della facoltà d’uso, informa il collegio difensivo, i magistrati del Riesame hanno dunque “ritenuto necessario un approfondimento delle indagini”.

“Si è dimostrato, con documenti ufficiali dei vari organi – fanno sapere dal collegio difensivo -, che quanto ritenuto abusivo (tirafondi, bulloni) è stato regolarmente autorizzato nel 2008 (il permesso di costruire risale al 20 maggio di quell’anno, ndr)”. Nella discussione odierna, il pm De Giovanni ha sostenuto che l’opera di cementificazione fa riferimento ad una piattaforma di cemento che, secondo il collegio difensivo, e come documentato attraverso immagini allegate agli atti, era esistente e utilizzata dal Comune di Manfredonia prima del 2008, precedentemente dunque alla realizzazione della struttura in oggetto (il ristorante).

Stato dei luoghi precedentemente al 2008

Sul locale dei Romito balla anche la determina dirigenziale del Comune di Manfredonia relativa alla diffida alla demolizione delle opere abusive. Possibile il ricorso da parte del collegio difensivo.

Punto centrale dell’inchiesta, l’amovibilità o meno della struttura. Il pm De Giovanni ha ribadito la sua tesi, per la quale “rispetto alle opere realizzate sono intervenute delle modifiche che hanno reso l’opera non più facilmente amovibile e che la tensostruttura esistente ha comportato un aumento della volumetria esistente”.

Il collegio difensivo ha invece evidenziato che “l’opera così come ispezionata il 26 aprile 2017 è la stessa che è stata autorizzata sin dal 2008, dal Comune di Manfredonia, dall’allora Autorità Portuale di Manfredonia, dal genio civile, e dall’ufficio genio civile opere marittime di Bari. Autorità che hanno ritenuto l’opera facilmente amovibile”. “Tensostruttura regolarmente autorizzata sin dal 2008 proprio perchè per il Comune non costituiva volume e che di tanto anche il TAR Puglia di Bari ne ha dato atto attraverso una sentenza del 2010”.

Per il collegio difensivo “non ci sono state opere di cementificazione, come stabilito anche durante il sopralluogo degli uffici comunali il 26 aprile scorso, con ispezione fatta a seguito di una delega del pubblico ministero e alla quale hanno partecipato militari della Capitaneria di Porto di Manfredonia, del Corpo forestale dei Carabinieri, personale dell’Autorità portuale, dell’ufficio genio civile, della Dogana, dell’ufficio genio opere marittime di Bari”. Motivazioni, come detto, attese in 10 giorni. Non risultano persone del Comune di Manfredonia iscritte nel registro degli indagati.

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