I cambiamenti del clima colpiscono al cuore l’agricoltura foggiana e rischiano di ridimensionare i raccolti e il valore economico delle sue principali
I cambiamenti del clima colpiscono al cuore l’agricoltura foggiana e rischiano di ridimensionare i raccolti e il valore economico delle sue principali produzioni agricole, grano duro e pomodoro. Il tema sui cambiamenti climatici e gli effetti diretti per la nostra agricoltura sono stati analizzati nel corso del convegno “La Terra del grano, l’agricoltura di Capitanata di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura nell’ambito delle celebrazioni per il settantennale della sua fondazione. “Abbiamo la necessità di capire e affrontare i problemi prima che sia troppo tardi – ha detto in apertura il presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano – la situazione si fa sempre più difficile nelle campagne che devono affrontare climi sempre più afosi in un quadro di emergenza idrica strisciante per la nostra provincia”. Impossibilitato il presidente nazionale Massimiliamo Giansanti a intervenire (“un piccolo intervento chirurgico, ora per fortuna tutto rientrato, ma che gli ha impedito di essere presente”, ha riferito Giuliano all’assemblea), il convegno ha avuto anche il contributo telefonico del presidente della Regione, Michele Emiliano e dell’on. Colomba Mongiello, vicepresidente della commissione Anti-contraffazione alla Camera, trattenuta a Roma per impegni legati al voto sulla nuova legge elettorale.
“Da gennaio a oggi abbiamo avuto un inverno durissimo e un’estate siccitosa – ha sottolineato in apertura il presidente regionale di Confagricoltura, Donato Rossi – i danni li stiamo ancora contando, ma sono palpabili. La questione ha risvolti immediati, ci sono zone del mondo che potranno avvantaggiarsi da questo quadro: le zone aride vedranno aumentate l’umidità del suolo, i paesi del Nord Europa vedranno aumentati i tempi della stagione della crescita. Ci troveremo a fronteggiare una concorrenza mai vista e ricominciare da zero, rivedendo anche il calendario delle semine. Non possiamo farlo da soli – ha puntualizzato Rossi – bisogna superare le politiche di ridottissimo impatto temporale, chiediamo interventi strutturali: va sbloccata l’erogazione dei pagamenti diretti agli agricoltori, occorre un nuovo piano irriguo nazionale, il Piano di sviluppo rurale è in estremo ritardo. Non possiamo fare ancora i conti con ritardi, burocrazia e tagli. Abbiamo bisogno di una classe dirigente adeguata ai tempi”.
Il ruolo della ricerca in tutto questo sarà centrale, il dipartimento di Agricoltura dell’università di Foggia è da tempo impegnata proprio sul fronte siccità e misure di intervento sul clima: “Quando parliamo di cambiamento climatico non ci riferiamo al riscaldamento globale. Parliamo di variazioni di temperatura, di precipitazioni e di differente nuvolosità. L’effetto serra – ha detto la prof. Marcella Giuliani – è causa di questi fenomeni. I gas nell’atmosfera sono sempre esistiti: ma in passato era una presenza controllata e lineare. Negli ultimi tre decenni invece le variazioni sono state senza precedenti: la concentrazione di anidride carbonica e l’incremento metano, così come protossido di azoto sono i fattori che preoccupano di più. La temperatura media è aumentata di 1,3 gradi centigradi negli ultimi 10 anni, le precipitazioni sono diminuite del 20% nell’Italia meridionale. Il nostro paese subirà i maggiori effetti dal cambiamento del clima, l’area del Mediterraneo subirà un incremento da 2-5 gradi a fine secolo. Per evitare il tracollo dell’agricoltura – ha aggiunto la prof. Giuliani – stiamo effettuando studi che tengono sotto osservazione in particolare due aree-regioni quali la Capitanata e la Sicilia. Abbiamo riscontrato un incremento del 4% nella resa del frumento duro dovuto all’aumento di anidride carbonica che fa da fertilizzante con l’innalzamento della temperatura. Ma in queste condizioni c’è anche una più elevata evapotraspirazione delle piante e quindi occorre più acqua. Per il pomodoro è invece attesa una riduzione dal 6 al 24% nell’ultimo periodo perché parliamo di pianta che cresce nel ciclo primaverile/estivo quando il clima è più caldo. Il nostro settore Agronomico sta pertanto mettendo in campo strategie di adattamento al nuovo clima con una gestione dell’irrigazione che prevede metodi di risparmio idrico. E inoltre strategie di mitigazione per la riduzione della fertilizzazione azotata”.
L’acqua resta la grande incognita della grande provincia agricola qual è la Capitanata. Il Consorzio di bonifica della Capitanata (“fiore all’occhiello della nostra agricoltura”, dice Onofrio Giuliano), ha quest’anno erogato all’agricoltura “150 milioni di metri cubi, ma è un dato ancora approssimativo”, ha dichiarato il direttore generale dell’ente Francesco Santoro. “Nelle aziende agricole l’acqua arriva grazie alle opere di accumulo dei consorzi. In Capitanata con le tessere elettroniche di prelievo abbiamo eliminato conflittualità tra gli agricoltori, oltre a un ragionato razionamento in caso di emergenza idrica e si ottiene anche un buon risparmio idrico in generale. Le manomissioni e i furti di acqua però sono ancora la nota dolente. A Trinitapoli con il settore chiuso abbiamo scoperto un agricoltore che continuava a irrigare con un allaccio abusivo sotto la condotta primaria: è denunciato all’autorità giudiziaria. Sul recupero reflui – ha aggiunto Santoro – dobbiamo ancora fare i conti con costi ancora troppo alti sul piano energetico, ma in futuro potranno essere molto interessanti. La vera preoccupazione è l’acqua che perdiamo, quest’anno abbiamo calcolato una perdita di acqua scaricata a mare dalla diga di Occhito di 133 milioni di metri cubi perché non abbiamo altri invasi in cui contenerla. Numeri che devono far riflettere in un momento in cui l’acqua diventa un tema di tensione sociale. E’ necessario – ha concluso – porre fine al paradosso di pagare i costi delle criticità quando ci sono già pronti i progetti per evitare tutto questo”.
Sullo stato di calamità per la siccità nelle campagne l’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, ha informato che “sono in corso da tempo i rilievi sui campi, siamo in presenza di vere calamità catastrofiche con il clima che sta cambiando così repentinamente”. L’assessore ha auspicato anche una modifica anche sulle procedure di assicurazione: “Spostare le risorse comunitarie sul piano assicurativo nazionale, ma gli agricoltori devono imparare a sottoscrivere le polizze ogni anno. Il cambiamento del clima richiede variazioni complessive, il tema acqua è vitale”. Di Gioia ha quindi fatto il punto sulle misure del Psr, 850 milioni di euro (su una dotazione di 1,6 miliardi) messi a bando in Puglia. “Sulla misura 4.1 a fronte di uno stanziamento di 60 milioni abbiamo avuto richieste per 1,3 miliardi di euro e oltre 3200 domande da elaborare. Aumenteremo pertanto la dotazione a 100 milioni di euro. Sulla Misura 4.2 per l’agroindustria – ha aggiunto – stiamo cercando di aumentare la dotazione a fronte di richieste per 400 milioni. Sui bandi per i Giovani abbiamo ricevuto mille pratiche sul portale, 120 milioni sul fondo perduto. Ma qui va fatta una premessa, perché non ci sono le disponibilità per aprire aziende interamente a carico dell’Ue. Premieremo i progetti veramente innovativi e bancabili”.
Le conclusioni sono state affrontate dal neo direttore generale di Confagricoltura Franco Postorino, una vita nell’associazione, grande esperto di politica agricola che di Confagricoltura Foggia ha sottolineato in premessa come i “settant’anni siano davvero portati bene”. “Due riflessioni sul clima che cambia: c’è un gran bisogno di infrastrutture funzionali per rendere possibili le risorse idriche; denoto anche la limitata crescita produttiva del grano se paragonata ad altre aree europee. Mantenere livelli produttivi adeguati con queste performance – ha avvertito Postorino – non ci aiuterà a tenere il passo degli altri, bisogna lavorare di più sulla ricerca. Anche sulla Xylella dobbiamo tenerpresente come sia a rischio una parte economica e patrimoniale vitale della Puglia: troppe schermaglie tecnico-politiche, invito ad ascoltare di più ciò che dice la scienza. Foggia – ha aggiunto – è l’alfiere dell’agricoltura al Sud per Confagricoltura, uno degli impegni di giunta e del comitato direttivo sarà quello di riavvicinare il centro con il territorio. Confagricoltura nasce e vive nei territori. Percorso organizzativo sempre in moto, siamo condannati a risolvere i problemi degli agricoltori”. Infine sul tema delle assicurazioni il direttore generale ha sottolineato come le imprese agricole siano “stanche di combattere con una burocrazia che ti impone di dichiarare rese non veritiere. Dovremo costruire insieme linee sindacali e convincere i nostri soci che non è possibile che resti tutto come prima perché il mondo è cambiato
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