Direttori generali, amministrativi e sanitari delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale non devono subire la decurtazione dei compe
Direttori generali, amministrativi e sanitari delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale non devono subire la decurtazione dei compensi, secondo la Commissione Bilancio del Consiglio regionale pugliese. L’organismo consiliare, presieduto da Fabiano Amati (Pd), ha infatti approvato a maggioranza il disegno di modifica della legge regionale n. 1/2011 di deroga della riduzione del 10% dei compensi. Una decurtazione che si andò a sommare – è emerso in commissione – con la riduzione del 20%, prevista dalla Legge n.133/2008, determinando per i Dirigenti generali, un trattamento economico di 111.555,00 (al lordo) e per i Direttori sanitari ed amministrativi di 89.244,00 lordi, inferiore rispetto agli stipendi delle figure apicali della dirigenza medica ed amministrativa.
Sulla cancellazione della riduzione hanno votato contro i consiglieri del Movimento 5 Stelle Antonella Laricchia e Mario Conca, mentre con i consiglieri di maggioranza Napoleone Cera (Popolari), Ruggiero Mennea e Sergio Blasi (Pd), ha votato a favore il capogruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo. Si sono astenuti i consiglieri Cosimo Borracino (Sinistra Italiana), Nino Marmo (Forza Italia), Giovanni Liviano (Emiliano Sindaco di Puglia) e Francesco Stea (Alternativa Popolare). «Abbiamo votato contro il ddl e ne riteniamo gravissima – sottolineano i grillini – l’approvazione in Commissione. Ci chiediamo come il centrodestra e centrosinistra spiegheranno ai pugliesi che si chiudono ospedali e si tagliano posti letto in nome del contenimento della spesa, però poi si trovano risorse per aumentare lo stipendio dei direttori generali delle Asl». «Se il problema legittimo è quello di ristabilire la corretta gerarchia di trattamento tra Direttori Generali e i direttori di struttura complessa e di distretto, si sarebbe potuto lasciare invariato – a giudizio dei cinquestelle – lo stipendio dei DG, erogando a questi ultimi i premi già previsti dalla legge per il raggiungimento annuale degli obiettivi».
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