Riserve idriche sufficienti ancora per poco in Capitanata, deficit delle acque che comincia ad assumere dimensioni allarmanti con una media di 51 mil
Riserve idriche sufficienti ancora per poco in Capitanata, deficit delle acque che comincia ad assumere dimensioni allarmanti con una media di 51 milioni di metri cubi in meno nei quattro invasi gestiti dal Consorzio di bonifica della Capitanata rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Se non dovesse piovere per le prossime settimane si andrebbe inevitabilmente in emergenza, prima per l’irriguo (a rischio la raccolta del pomodoro e degli ortaggi), poi per le forniture del potabile.
È comunque uno scenario apocalittico, quello tracciato dalla Coldiretti che in un dossier presentato in occasione dell’assemblea nazionale dell’organizzazione, denota i rischi per l’agricoltura dauna e pugliese derivanti dalla tropicalizzazione del clima. In evidenza proprio la provincia di Foggia: «Nei quattro invasi di Occhito, Capacciotti, Capaccio, Osento ci sono 51 milioni di metri cubi in meno (dati del Consorzio Bonifica della Capitanata riferiti al 17 luglio 2017: ndr), rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente. A rischio gli investimenti avviati per l’annata agraria di ortaggi e frutta e una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario».
La Capitanata sconta un ritardo epocale sul fronte dell’emergenza idrica, nonostante tutto la sua agricoltura è forse la più florida tra le province del Mezzogiorno e pure di colture intensive cioè che richiedono molta acqua. Ma il comprensorio irriguo del Tavoliere è stato realizzato per meno della metà: 150mila ettari sono raggiunti dai sistemi irrigui, ce ne vorrebbero almeno altrettanti per permettere a buona parte della superficie agricola foggiana (che conta oltre 400mila ettari) di essere servita regolarmente dall’irrigazione. La lotta alla siccità in Capitanata ha soprattutto un nome: Piano dei limiti. La diga che non si vuol fare, o meglio che era a punto dall’essere realizzata se la dabbenaggine e l’inettitudine delle amministrazioni locali di alcuni piccoli Comuni dell’alto Tavoliere e del basso Molise non si fossero messi di traverso con le loro richieste impossibili, a fronte di un finanziamento che nel 2002 veniva erogato dal Governo di 118 milioni di euro. Oggi di quei soldi si sono perse le tracce, ma il Consorzio di bonifica della Capitanata confida in un secondo tempo. «La diga di Piano dei limiti, a valle di quella di Occhito – spiega il presidente Giuseppe De Filippo – ci consentirebbe di garantire una dotazione idrico-irrigua di 40 milioni di metri cubi in più. Il progetto che il Consorzio ha nel cassetto è ancora valido, ci auguriamo che la Regione e il governo prima o poi lo riprendano e se ne cominci a parlare sul serio».
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