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In sole 24 ore, da ieri 25 giugno a oggi 26 giugno, il livello dell’acqua nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capacciotti, Capaccio, Osento è sceso di oltre 1,9 milioni di metri d’acqua. Secondo l’elaborazione di Coldiretti Puglia dei dati forniti dal Consorzio di Bonifica della Capitanata, ad oggi il livello di metri cubi d’acqua è pari a 230 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 267 dello stesso periodo dell’anno scorso, con un calo di 36,9 milioni.
“La situazione è al momento sotto controllo – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e il livello delle dighe è costantemente monitorato dal Consorzio di bonifica della Capitanata. La Puglia è ciclicamente attanagliata dal ‘fenomeno siccità’ che obbliga ad un approccio straordinario, immediato e strutturale. La prolungata e ricorrente siccità mette a rischio gli investimenti avviati per l’annata agraria di ortaggi e frutta. Oltre a provocare un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole determina un’elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall’agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario. La risposta a gravità così inusitate, sommate a già avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi territori agricoli, non può essere confinata nei normali ed usuali strumenti emergenziali”.
Gli animali nelle stalle stanno soffrendo, con un calo – per fortuna ancora lieve – della produzione di latte. Per questo, in un quadro pugliese dove l’acqua all’agricoltura viene centellinata, si dovrà a breve – aggiunge Coldiretti Puglia – prevedere l’irrigazione di soccorso per evitare che risultino vanificati gli investimenti avviati per la campagna agraria di ortaggi e frutta. Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte anche se in soccorso in molte stalle sono scattate le contromisure con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’utilizzazione di integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori che fanno, però, aumentare in misura esponenziale i costi a carico delle imprese.
“In Puglia, negli ultimi 40 anni, si è assistito ad un effetto desertificazione preoccupante – incalza il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – e i dati di giugno 2017 confermano il trend allarmante, dato che le piogge sono crollate del 76% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, passando dai 237 millimetri dell’anno scorso ai 57 a giugno 2017 (dati AssoCodiPuglia). Gli effetti sull’agricoltura sono evidenti e preoccupanti, dato che i quantitativi di acqua accumulati negli invasi continuano a registrare una progressiva differenza negativa a causa della drastica diminuzione di piogge. La siccità ha attanagliato per mesi il granaio d’Italia delle province di Foggia e Bari, dove si registra a causa della scarsità d’acqua la perdita del 50% della produzione. Sarà necessaria l’irrigazione di soccorso per alleviare le coltivazioni pugliesi dall’arsura. Oltre alle ortive, soffrono gli agrumeti a Taranto, i vigneti di uva da tavola e da vino in tutte le province, il pomodoro a Foggia. Se continua così troverà conferma il calo del 30% o più della produzione di olive per carenza di acqua”.
Al contempo sono drammatici gli effetti sui campi – denuncia ancora Coldiretti Puglia – della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione.
La Puglia convive ormai – denuncia Coldiretti Puglia – con un vero e proprio paradosso idrico. Da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall’altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che l’acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e/o mancanza di infrastrutture ad hoc. D’altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente – conclude Coldiretti Puglia – rischiano ormai ogni anno di incrinare l’andamento del settore agricolo pugliese
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