La verità sul disastro Enichem, a Manfredonia mortalità superiore rispetto alla regione

Una catastrofe che 40 anni dopo continua a inquietare tutta la popolazione di Manfredonia. Lo scoppio della colonnina di arsenico del vecchio stabilim

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Una catastrofe che 40 anni dopo continua a inquietare tutta la popolazione di Manfredonia. Lo scoppio della colonnina di arsenico del vecchio stabilimento Enichem (anno di grazia, 1976) ha depauperato la città di un patrimonio chiamato salute. A dimostrarlo, i dati dello studio epidemiologico effettuato proprio per fare luce su quella tragedia e presentati oggi in un’affollata aula consiliare del comune sipontino.

Emerge subito un fattore: il tasso di mortalità per tumori superiore alla media regionale. Due i risultati più importanti per il tumore polmonare: aumento dei rischi di morire prima dei 74 anni per i nati negli anni ’30-’50, coerente con un’esposizione subita negli anni Settanta. Nel periodo 2006-2011 maggiore mortalità maschile rispetto a provincia e regione. Risultati che – stando allo studio – avallano l’ipotesi che in questi ultimi anni si rilevino gli effetti a lunga latenza delle esposizioni, in particolare all’arsenico.

La mortalità generale (periodo 1960-2013) a Manfredonia è diminuita ma in misura minore rispetto a provincia e regione. Il “vantaggio di salute” che si osservava negli anni Settanta si è ridotto nel tempo fino ad annullarsi negli ultimi anni. La mortalità per infarto del miocardio (periodo 1970-2013) aumenta a fine anni ’80 e negli uomini in età 15-59 supera i valori della regione e della provincia nel 2006-2011. E ancora, la mortalità per tumore polmonare in regione e provincia si riduce dai primi anni ’90 mentre a Manfredonia aumenta con un eccesso riscontrato nel 2006-2011.

Elaborata anche un’analisi sulla mortalità in base al periodo di nascita. Tra coloro che sono nati dopo il 1930 e quindi che avevano tra i 15 e i 49 anni al momento dell’incidente del 1976, la mortalità per tumore polmonare risulta maggiore di quanto ci si possa aspettare in regione e si può riassumere con 14 casi in eccesso sulla media regionale. Dallo studio viene fuori anche un eccesso di malformazioni congenite rispetto alla regione Puglia.

Oggi, dopo 40 anni, emergono risultati rilevanti sulle patologie tumorali che prima di manifestarsi hanno un lungo periodo di latenza e che sono collegate all’esposizione ad arsenico. Inoltre l’emergere delle patologie cardiovascolari evidenzia una sofferenza legata sia all’incidente che agli eventi successivi. Questi risultati sono indicativi di uno stato di salute della popolazione che, secondo la commissione scientifica responsabile dello studio epidemiologico, richiede sicuramente degli approfondimenti.

Questi studi – tengono a precisare – sono ‘osservazionali ecologici’ e principalmente aiutano a formulare ipotesi di approfondimento, cioè a far emergere la “punta dell’iceberg”. Con il coordinamento dei cittadini fu deciso di costruire la coorte dei residenti dal 1970 a oggi, raccogliendo i dati storici cartacei dall’anagrafe. Nonostante il progetto filmato e i fondi previsti non includessero questa attività, la raccolta dei dati cartacei è cominciata ma si è interrotta a dicembre con la fine del progetto. “Ci auguriamo – l’auspicio della commissione – che si possa presto riprendere il lavoro”.

La ricerca epidemiologica partecipata sullo stato di salute dei lavoratori e dei cittadini, avviata circa due anni fa, ha concluso solo un primo step di lavori, con dati tutt’altro che rassicuranti. 

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