Entrare a Siponto - Quando nel 1885 la ferrovia arrivò - tratto di ferrovia come una cortina - era assessore - spendere inutilmente denaro pubblico -
Entrare a Siponto – Quando nel 1885 la ferrovia arrivò – tratto di ferrovia come una cortina – era assessore – spendere inutilmente denaro pubblico – sottopasso ben predisposto – aperto un varco abusivo – immondezzai puzzolenti e vergognosi>>
I lavori riguardano il risanamento della massicciata lungo la quale corre il binario della ferrovia Foggia-Manfredonia. Nello specifico i tratti nei pressi dei due passaggi a livello in corrispondenza della stazione Manfredonia ovest e di Siponto. E sebbene su quella linea i treni non corrono più, è stato necessario interdire il transito su quei varchi ferroviari per consentire il regolare svolgimento dei lavori. Pertanto è stata disposta l’interdizione al traffico dei passaggi a livello di Manfredonia ovest (dalle 22 alle 6 tra lunedì 20 e martedì 21, e nello stesso intervallo notturno tra martedì 21 e mercoledì 22) e di Siponto (negli stessi intervalli ma dal mercoledì a giovedì e da giovedì a venerdì). Coloro pertanto che da Foggia volessero entrare a Siponto, devono percorrere Viale Di Vittorio e Viale Aldo Moro fino a Piazza Marconi e girare poi a destra per il Lungomare del sole. La ferrovia penetra infatti in città dividendola in due. Quando nel 1885 i binari arrivarono a Manfredonia e la stazione fissata in aperta campagna (donde Stazione Campagna), l’abitato non era certo quello di oggi e Siponto non c’era affatto. La crescita urbanistica della città da una parte, e dall’altra la nascita della borgata di Siponto a seguito della bonifica delle paludi sipontine e il suo progressivo sviluppo come località balneare, hanno evidenziato quel tratto di ferrovia come una cortina che divide di netto quelle due realtà facenti parte dello stesso centro urbano. Una spaccatura divenuta sempre più assillante e fastidiosa man mano che le due entità urbanistiche si sono integrate reciprocamente. Il transito dall’una all’all’altra parte della “barricata” consentito o dal passaggio a livello di Siponto o da Piazza Marconi. Passi per le automobili, ma per i pedoni è una difficoltà pesante. Sono chilometri di strada. Verso la fine del secolo scorso si mise mano ad un ponte che da Viale Di Vittorio avrebbe scavalcato la ferrovia per approdare a mezza strada sul viale per Siponto. Sono trascorsi alcuni decenni (era assessore Angelo Riccardi lo stesso sindaco da sette anni) ma quella costruzione di cemento è ancora lì, rimasta abbozzata e ridotta ad un rudere imbarazzante: un altro monumento all’indolenza degli amministratori locali. Probabilmente si poteva ovviare a spendere inutilmente denaro pubblico se si fosse preso in considerazione un sottopasso ben predisposto all’uso, probabilmente realizzato al tempo della costruzione della ferrovia. E’ sito a duecento metri dalla stazione di Siponto. Un passaggio diretto tra Siponto e il resto dell’abitato. Pesanti cancelli in ferro da ambo i lati, lo hanno messo fuori uso da tempo a giudicare dalla ruggine dei cancelli e dalla vegetazione selvaggia che lo ha invaso. Quando e da chi e perché è stato chiuso? La gente pur di evitare i lunghi giri per raggiungere Siponto, ha aperto un varco abusivo forzando e abbattendo un tratto di inferriata a protezione dei binari, tracciando un viottolo che dal calpestio pare abbastanza usato. Un sotterfugio fai da te della gente visto che chi preposto alla tutela del territorio e alla cura dei cittadini di questi aspetti se ne cale. Luoghi ad un passo dal Viale del sole ma lontani dagli occhi e dal cuore di chi di competenza, che manco a dirlo sono trasformati in immondezzai puzzolenti e vergognosi.
Michele Apollonio
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