Può rilanciare non solo questo territorio - contestano il silenzio e la segretezza - E’ serio tutto questo? - interrogativi pesanti - parlare chiaro
Può rilanciare non solo questo territorio – contestano il silenzio e la segretezza – E’ serio tutto questo? – interrogativi pesanti – parlare chiaro e puntuale – Cosa si cela dietro a tanto silenzio? – impianto fotovoltaico da 13mila MWp>>
Nel novembre scorso, in piena campagna referendaria per la questione Energas, il sindaco Angelo Riccardi annunciava lo studio di <un progetto ambizioso che può rilanciare non solo questo territorio ma l’intera provincia di Foggia>. Ne parlò anche in pubbliche riunioni promettendo di rivelarne i particolari in elaborazione al Politecnico di Torino, entro il sedici di dicembre successivo. Da quel sedici dicembre ne sono passi altri di sedici del mese, e Riccardi continua a far riferimento a quella iniziativa senza aggiungere una virgola. Ma ha polemizzato con Emiliano accusandolo di pensare unicamente alle sue prospettive politiche. A riprendere quell’annuncio del sindaco Riccardi ammantato di mistero, le “Donne di Manfredonia nuova” che contestano <il silenzio e la segretezza riguardante un fantomatico “rivoluzionario progetto> per il quale, rivelano, <vuole un si da quell’Eni cui potrebbe fare causa per disastro ambientale per danni incalcolabili arrecati dal petrolchimico Anic-Enichem nel golfo>. Una subordinazione poco convincente e per tanti aspetti fuori della realtà. <Riteniamo che al nostro sindaco – realizzano le donne di MN – manchi l’ABC del concetto di democrazia, perché nasconde alla cittadinanza un tema così importante per la vita e la salute di noi cittadini e del territorio, ledendo il nostro diritto a dire quale futuro desideriamo per questa terra martoriata disattendendo clamorosamente tutte le norme sulla trasparenza della pubblica amministrazione e il diritto della cittadinanza all’informazione, alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alla giustizia in materia ambientale>. Le donne di Manfredonia nuova esplicitano il timore che il progetto dell’Eni abbia come secondo fine quello di non terminare la bonifica del sito. Perentoria e decisa pertanto la domanda: <ci dica il sindaco con chi ha condiviso e discusso il “rivoluzionario progetto? Con i cittadini o solo con l’Eni e il Politecnico di Torino? E’ serio tutto questo?> Sono interrogativi pesanti, circolati insistentemente tra la gente che richiama situazioni già vissute come per esempio per l’Energas, allorquando si insinuò a lungo che avesse potuto trattare la questione personalmente. Non si comprende perché ricorrere a questi metodi che malcelano atteggiamenti autoritari: <sviano l’attenzione dai problemi veri che attanagliano la nostra città in primo luogo insieme al lavoro, la salute e la tutela della vita>. Perché – si chiede – non parlare chiaro e puntuale dando quella doverosa informazione ad una città che viene chiamata in causa solo quando fa comodo in maniera strumentale? Il sindaco non ha dato alcuna informazione neanche al consiglio comunale pur avendo avuto varie occasioni, né tanto meno agli alleati di coalizione. Tutto è avvolto nel più impenetrabile mistero. Cosa si cela dietro a tanto silenzio? Al momento è dato per certo, per averne parlato i giornali tra cui la Gazzetta, il progetto dell’Eni riguardante la realizzazione nel sito ex Enichem di Macchia, territorio del comune di Monte Sant’Angelo, di un impianto fotovoltaico da 13mila MWp per un investimento di tredici milioni di euro. E’ già stato emesso il relativo bando di gara per la ricerca delle imprese cui affidare la realizzazione delle opere.
Michele Apollonio
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