Esami truccati all’università di Pescara, chiesti 5 anni di reclusione per il Prof. Panzone

Cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. È la richiesta di condanna formulata ieri pomeriggio, davanti al tribunale collegial

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Cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. È la richiesta di condanna formulata ieri pomeriggio, davanti al tribunale collegiale di Pescara, dal pm Valentina D’Agostino, nei confronti di Luigi Panzone, il docente di tecnica bancaria e professionale accusato di corruzione e falso ideologico, in seguito all’inchiesta sugli esami truccati all’università D’Annunzio di Chieti-Pescara, per fatti risalenti al 2012. «Sono fatti gravi, che violano in maniera spudorata beni tutelati dalle norme quali la trasparenza e la serietà della pubblica amministrazione – ha detto il pm nella sua requisitoria, dopo avere passato in rassegna i vari episodi contestati – la personalità di Panzone delinea la figura di un uomo che ha agito in spregio alle più elementari regole di imparzialità, lealtà e correttezza». Il pm ha inoltre chiesto che non siano concesse le attenuanti generiche, alla luce di un precedente che ha visto coinvolto l’imputato. Poi le repliche della difesa, affidate agli avvocati Federico Squartecchia e Giovanni Cerella, che respingono le tesi dell’accusa. Secondo il pm, Panzone avrebbe accettato dal sindaco di Manfredonia (Foggia), Angelo Riccardi, «la promessa di 50 mila euro, nonché il finanziamento di ulteriori somme necessarie a Panzone per riacquistare l’immobile dei familiari, o, comunque, l’impegno di Riccardi ad acquistare l’immobile anticipandone il prezzo». In cambio Panzone si sarebbe impegnato per garantire a Riccardi il superamento degli esami universitari. Il docente, che era protestato e aveva una impellente necessità di denaro, avrebbe dunque segnalato ad alcuni suoi colleghi il sindaco e sarebbe intervenuto per consentire anche all’imprenditore foggiano Michele D’Alba, che gli avrebbe consegnato 13mila euro, di superare gli esami. Le pressioni esercitate da Panzone, per consentire a Riccardi e D’Alba di superare positivamente e agevolmente degli esami, sarebbero andate a buon fine, tanto che le prove sarebbero state superate senza neppure essere sostenute o in alcuni casi con uno sforzo minimo. Nell’ambito della stessa inchiesta, Nicola De Marco, docente di inglese alla Facoltà di Scienze Manageriali dell’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara e Margherita Tinari, componente della commissione e sottoscrittrice del verbale relativo all’esame orale di Lingua Inglese II del 26 giugno 2012, sono stati giudicati con il rito abbreviato: il primo è stato condannato per falso a 5 mesi e 10 giorni, mentre la seconda è stata assolta dall’accusa di falso. Ancora in corso di svolgimento, con il rito ordinario, il procedimento a carico di Riccardi, D’Alba e Joelle Touitou, compagna del professor Panzone.

 

Fonte: Il Centro
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