Energas. Riccardi deposita dossier a Bruxelles

La vicenda che contrappone la città di Manfredonia all’Energas travalica i confini nazionali e approda all’attenzione della Commissione Europea. Nel p

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La vicenda che contrappone la città di Manfredonia all’Energas travalica i confini nazionali e approda all’attenzione della Commissione Europea. Nel pomeriggio odierno, infatti, il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, è volato a Bruxelles, sulle ali del mandato concessogli a furor di popolo nel referendum comunale, per consegnare, all’attenzione del Segretario generale dell’organo esecutivo dell’Unione Europea, una denuncia per presunta violazione, da parte dello Stato italiano, della Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.

Riccardi, con la fattiva collaborazione dell’europarlamentare Elena Gentile “che ringrazio per il vivo interessamento alla vicenda e il contributo sin qui apportato” – rimarca il sindaco di Manfredonia – attivatasi immediatamente presso gli uffici della Commissione per favorire un incontro tra il Comune di Manfredonia e la Commissione stessa.

Poche pagine ma di alto valore e impatto, quelle del dossier preparato sulla proposta di realizzazione di un impianto di deposito costiero di GPL, a sud dell’area industriale, in una zona caratterizzata dalla forte presenza di elementi di naturalità e rientrante nel SIC “Valloni e steppe pedegarganiche”.

Il sindaco Riccardi, supportato dall’ingegnere Antonello Antonicelli, è stato ricevuto, alle ore 16, dalla Direzione generale Ambiente della Commissione Europea composta da: Aurel Ciobanu Dordea, direttore dell’Unità E Implementazione e supporto agli Stati membri; Heidi Fuhrermann, assistente amministrativo del direttore; Ion Codescu, capo dell’Unità 1 Implementazione ambientale.

Dopo un breve excursus temporale per illustrare come si è arrivati, attraverso ricorsi e contenziosi giudiziari, alla situazione attuale, si è entrati nel vivo con la spiegazione delle ragioni per cui la Città di Manfredonia, che ha già presentato ricorso presso il TAR Puglia contro il decreto ministeriale n.295/2015, la deliberazione di giunta regionale n.1361/2015 ed il parere del Ministero dei Beni Culturali, ritiene che lo Stato possa aver commesso violazione delle norme comunitarie: il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare n.295/2015 viola le previsioni della Direttiva 92/43/CEE, con particolare riferimento all’art.6, perché si basa su presupposti che l’Amministrazione considera errati.

In particolare, si contesta la realizzazione dell’impianto nella zona DI 49 che non è mai stata attrezzata ad area industriale e presenta rilevanti elementi di naturalità conservati allo stato in forma integra.

“A ciò si deve aggiungere – argomenta ancora il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi –  che l’attrezzamento dell’area industriale di Manfredonia è stato sottoposto a procedura di infrazione comunitaria per mancato rispetto della Direttiva Habitat. Successivamente ad una serie di iniziative poste in essere dalla Regione Puglia e dal Comune di Manfredonia, tra le quali la conversione di 500 ettari a pascolo, è stata disposta l’archiviazione di tale procedura di infrazione, non determinando, tuttavia, la deperimetrazione dell’area SIC”.

“Nel decreto ministeriale impugnato – conclude Riccardi – si lascia intendere che l’attrezzamento dell’area DI49 a zona industriale sia stato già compensato e ‘sanato’. Noi riteniamo, invece, che l’infrazione e la relativa compensazione abbiano riguardato l’area effettivamente attrezzata (che ha prodotto sottrazione di habitat) e, quindi, esclusivamente le aree denominate DI46 e PIP, non certo la DI49. In tal senso, determinando un ulteriore consumo di habitat, la realizzazione dell’impianto Energas esporrebbe lo Stato Italiano all’apertura di una nuova procedura di infrazione comunitaria”.

La Commissione Europea valuterà la denuncia, per decidere se avviare una procedura formale di infrazione nei confronti dello Stato Italiano. Se la Commissione deciderà che la denuncia è fondata e avvierà la procedura formale di infrazione, stabilirà un canale diretto con il sindaco Riccardi, in quanto denunciante, e invierà aggiornamenti sull’avanzamento del caso. E, qualora la Commissione Europea deferisce uno Stato membro alla Corte di giustizia e vince la causa, lo Stato membro dovrà adottare tutte le misure necessarie per porre rimedio all’infrazione.

Il sindaco aveva annunciato, nel commento dell’esito referendario, che “le azioni della Città diventeranno sempre più forti ed incisive, in tutte le sedi possibili, se l’azienda non farà passi indietro”. E, sulla scorta della denuncia presentata a Bruxelles,  possiamo ben dire che l’opposizione della comunità sipontina al mega-deposito di GPL non conosce confini, meno che mai geografici!

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia

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