Il rischio ambientale provocato - secondo la Procura di Bari - dallo sversamento dei liquami dei treni sui binari, che ha portato oggi al sequestro d
Il rischio ambientale provocato – secondo la Procura di Bari – dallo sversamento dei liquami dei treni sui binari, che ha portato oggi al sequestro di otto convogli Trenitalia in Puglia, potrebbe avere diffusione nazionale. Ne sono convinti gli investigatori del Noe che, su disposizione della magistratura barese, hanno messo i sigilli ad otto treni modello ‘Vivaltò e ‘Minuetto’, per un totale di 30 carrozze del valore di 40 milioni di euro, sottolineando che “data la diffusione nazionale di questo tipo di treni, il problema ambientale è sicuramente più ampio». Si tratta di tipologie di convogli che, tra l’altro, circolano regolarmente anche in altri Paesi europei. Stando alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, coordinati dal pm Baldo Pisani, i treni – in violazione del codice dell’ambiente – «smaltivano illecitamente rifiuti speciali non pericolosi, quali reflui dei servizi igienici contenuti nei serbatoi, attraverso lo scarico sui binari della tratta ferroviaria gestita da Trenitalia che si attiva quando la velocità del rotabile supera i i 40 chilometri orari».
I treni in questione coprono alcune tratte su Puglia, Basilicata e Molise e, per consentire l’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo e avviare i necessari accertamenti, sono stati trasferiti tutti in due depositi ferroviari a Foggia e Taranto a disposizione dell’autorità giudiziaria. La società ha annunciato «di aver già presentato nella serata di ieri l’istanza di dissequestro degli otto treni», proponendo come soluzione alla magistratura barese la chiusura dei bagni a bordo dei convogli, almeno su tratte brevi sino a 25 minuti. Il provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino, è stato notificato ieri al direttore regionale Puglia di Trenitalia Mariella Polla e al responsabile del servizio Manutenzione e Pulizia della società Fabio Carli, indagati per una violazione del codice dell’ambiente relativa allo smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali non pericolosi. L’atto, per conoscenza, è stato notificato anche alla Regione Puglia, responsabile del servizio di trasporto dato in concessione a Trenitalia.
Secondo la Procura di Bari la normativa prevede che i reflui debbano essere trattati a bordo del treno per evitare che lo smaltimento possa essere fonte di rischio biologico e invece, per questi due modelli, c’è lo scarico diretto sulla linea. Gli otto convogli sequestrati costituiscono il 20% dell’intero parco rotabile regionale di Trenitalia, che ammonta a 45 treni. Non si escludono disagi per i passeggeri, in particolare sulle tratte Taranto-Brindisi, Bari-Taranto e Lecce-Bari, ma Trenitalia, nel ribadire che «i propri treni sono conformi alle normative ferroviarie europee», «sta provvedendo a mettere in atto tutte le misure a che i pendolari pugliesi non abbiano nessun disagio in relazione al servizio». Oggi è stata cancellata una ventina di corse, tutte rimpiazzate con bus sostituitivi. (di Isabella Maselli, ANSA)
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