Uno stabilimento proteso sul mare - le autorità locali e non - il porticciolo turistico - una serie di inadempienze - Consiglio di Stato -andato a fa
Uno stabilimento proteso sul mare – le autorità locali e non – il porticciolo turistico – una serie di inadempienze – Consiglio di Stato -andato a far parte del parco delle aziende dismesse – non c’è nessuno in loco che mostri interesse per le attività lavorative>>
Doveva essere l’attività industriale che meglio interpretava la vocazione turistica del territorio facente capo a Manfredonia. Uno stabilimento proteso sul mare, per costruire imbarcazioni da diporto e da lavoro utilizzando una vasta gamma di mestieri artigianali. Una iniziativa che rappresentava di fatto la rimozione del vituperato stabilimento chimico anche visiva dal momento che la nuova attività si era insediata su una notevole parte della vecchia fabbrica ormai smantellata. Insomma uno dei fiori all’occhiello del Contratto d’area al pari di BMP, Sangalli Vetro, ed altre.
L’Inside dell’imprenditore romano Paolo Bolici raffigurò tutto questo. Si dischiusero grandi prospettive economiche e sociali salutate con entusiasmo e condivisione dalla città. E per diversi anni ha confermato premesse e prospettive: l’attività espansa oltre i confini nazionali ad oriente e occidente, la manodopera salita ad oltre duecento unità. Poi…
Poi il declino e la fine (2012) accompagnata da una serie di vicende giudiziarie, le autorità locali e non, dopo un interessamento istituzionale si sono ecclissate in buon ordine. Un copione recitato anche per le altre grandi aziende sfilate via senza colpo ferire. Un gran patrimonio di piccole e medie imprese che hanno assorbito fino a 1.631 occupati, finito nell’oblio. Il problema lavoro sempre più snobbato.
A riportare alla ribalta l’azienda Inside, una sentenza del Consiglio di Stato che ha posto fine ad un ricorso promosso dalla Bolici Invest nei confronti del Comune di Monte sant’Angelo (competente per territorio), il Contratto d’area, la Regione Puglia, nonché i Ministeri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti. Oggetto del contendere il porticciolo turistico che l’Inside aveva iniziato a costruire dinanzi allo stabilimento in località Chiusa dei santi, a servizio dello stesso. Per via delle difficoltà aziendali, i lavori sono andati a rilento. Tanto che il Comune di Monte Sant’Angelo decise di non rinnovare la proroga del permesso a costruire supportando il diniego con una serie di inadempienze accumulate da Inside.
Il patron Bolici si è rivolto al TAR della Puglia che ha respinto il ricorso giudicando fondati i motivi posti dal Comune. Tra gli altri quello riferito alla scadenza dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata alla società valevole per un periodo di cinque anni. Abbondantemente scaduto. Bolici riparte alla carica ricorrendo al Consiglio di Stato. Controricorso del Comune. La quarta sezione del Consiglio di Stato presieduto da Filippo Patroni Griffi, ha dichiarato inammissibili i vari rilievi del ricorso Bolici, e, ad abundantiam, <infondato nel merito> l’appello. Al Consiglio di Stato non è rimasto che respingere l’appello, confermare la sentenza impugnata del Tar, respingere la domanda di risarcimento presentata dall’appellante condannato invece al pagamento delle spese del giudizio.
Lo stabilimento della vocazione e della speranza è andato a far parte del parco delle aziende dismesse, le maestranze disperse. Un patrimonio tecnologico finito alle ortiche Ci sarebbero degli imprenditori interessati, ma la complicata situazione societaria rende la cosa di non facile realizzo. Anche perché a quanto pare non c’è nessuno in loco che mostri interesse per le attività lavorative. Gli impianti venduti a pezzi dai commissari liquidatori.
Michele Apollonio
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