Il liceo classico estromesso dalla sua sede storica

Andrà a coabitare col il liceo scientifico - una delle più odiose e ambigue stangate all’assetto scolastico - Tutto il territorio rimane defraudato di

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Andrà a coabitare col il liceo scientifico – una delle più odiose e ambigue stangate all’assetto scolastico – Tutto il territorio rimane defraudato di una ricchezza costruita nel tempo – Esemplare il comportamento degli studenti – denunciata l’acclarata incapacità di questa amministrazione comunale di affrontare i problemi e risolverli razionalmente – Penalizzare la scuola significa tagliare le radici di un popolo e oscurargli il futuro>>

Missione compiuta. Il liceo classico “Aldo Moro” è stato sloggiato dalla sede che occupava da 25 anni. E’ stato trasferito di forza nel plesso del liceo scientifico ”Galilei” col quale da quest’anno scolastico ormai alle porte, dovrà dividere con il classico. Con una fava, come nei più oscuri intrighi, si sono colpiti due piccioni. Entrambi i licei rimarranno necessariamente limitati negli spazi e nelle performance didattiche con quali conseguenze sono tutte da scoprire. A parte le tante carenze strutturali dello stabile mai sottoposto ad adeguamento come previsto dalle vigenti leggi. Quanti implicati in questa faccenda potranno dormire sonni tranquilli?
La Provincia di Foggia col beneplacito dell’attuale amministrazione comunale locale, ma anche di tutta la politica e di quegli organismi istituzionali cui è demandata la rappresentanza delle istanze della cittadinanza, ha messo in atto quello che rimarrà nella storia di Manfredonia come una delle più odiose e ambigue stangate all’assetto scolastico superiore della città e dunque alla formazione culturale dei giovani manfredoniani. Tutto il territorio rimane defraudato di una ricchezza costruita nel tempo da uomini saggi, amministrazioni pensose dello sviluppo della città assicurandole le migliori opportunità formative, e con loro i tanti docenti e studenti che sono passati tra quelle aule, laboratori speciali, attrezzature di prim’ordine. Tempi, proponimenti e iniziative ben lontane da quelle concepite oggi.
Lo sgombero è stato preparato con sottile macchinazione e attuato con scaltra determinazione. Non con il dovuto ordine nei mesi di vacanza. No. All’improvviso. Senza alcuna comunicazione alla scuola. Perfido il silenzio di Palazzo San Domenico. Un capolavoro di blitz supportato da carte la cui validità è al vaglio degli organi competenti. A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e nel mentre si svolgevano gli esami di recupero. Tra l’incredulità dei docenti e lo smarrimento degli studenti ancora poco avvezzi a manovre del genere.
Una squadra di operai ha portato via cattedre, banchi e sedie. Seguirà il grosso costituito dai pregiati laboratori. Esemplare il comportamento degli studenti: hanno seguito la cancellazione di quella scuola, suonando e cantando. Con loro molti professori, genitori, ex alunni ora professionisti affermati. Un esempio di dignità e di orgoglio; un omaggio alla scuola nella quale hanno educato le loro menti e fortificato il loro cuore. Ma anche un atto di accusa verso chi con tante leggerezza e con finalità che verranno a galla, hanno deciso di sacrificare un vanto della città.
Ma perché questa azione piratesca nei confronti del liceo classico (alcuni giovani hanno preferito trasferirsi a Foggia) con pesanti ricadute sul liceo scientifico forse non del tutto comprese dai docenti di quella scuola?
Al posto di quelle venti aule utilizzate dal liceo andranno tre classi del nascente istituto alberghiero come sezione staccata di San Giovanni Rotondo. Ora, al di là di tutto, il punto di fondo denunciato è l’acclarata incapacità di questa amministrazione comunale, di affrontare i problemi e risolverli razionalmente. Passi anche il sacrificio del liceo classico, ma almeno che sia assicurata una sistemazione decorosa, in grado di mantenere se non accrescere gli standard didattici e dunque senza sacrificare e danneggiare il liceo scientifico. Penalizzare la scuola significa tagliare le radici di un popolo e oscurargli il futuro.

Michele Apollonio

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