CAONS: Il GPL e il Mare

Stiamo sviluppando un’attività di informazione in riferimento agli scenari a cui si va incontro nel caso che venga realizzato a Santo Spiriticchio il

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Stiamo sviluppando un’attività di informazione in riferimento agli scenari a cui si va incontro nel caso che venga realizzato a Santo Spiriticchio il megadeposito di GPL  da 60000 mc., progettato della società  Energas.   Tale progetto prevede l’arrivo del GPL liquido, refrigerato a -42 °C, con navi  fino a 20000 ton che sarà immesso in un gasdotto alla temperatura di 0 °C. Il riscaldamento del GPL viene effettuato dalla stessa nave a mezzo di scambiatori di calore che utilizzano, come fluido scaldante, l’acqua di mare. Il sistema   a circuito aperto per cui l’acqua utilizzata viene ributtata in mare con temperatura di circa 0 °C.      Il  WWF ha realizzato uno studio su impianto a circuito aperto: “ L’utilizzo di acqua di mare negli impianti di rigassificazione del GNL’’  di  cui riportiamo alcuni stralci della relazione che riguardano, in particolare, le conseguenze sull’habitat marino. “…  L’acqua di mare impiegata nel processo di rigassificazione negli impianti a circuito aperto sarà restituita praticamente sterile,…  Si ha la perdita quasi totale delle forme di vita veicolate dalla stessa (uova, larve e avannotti, organismi planctonici) e si induce artificialmente la selezione di quelle forme batteriche resistenti al processo di clorazione, formanti biofilm… In Europa ed in Italia, grazie alla direttiva quadro per la strategia marina 2008/56/CE è stato promosso l’approccio eco sistemico alla gestione delle attività antropiche in mare (Giupponi C. et al. 2009). Tale approccio è finalizzato ad assicurare che la pressione delle attività sia mantenuta entro limiti compatibili consentendo l’uso sostenibile dei servizi eco sistemici ora e in futuro. La suddetta direttiva corrobora, inoltre, l’impegno, assunto dalla medesima CE nell’ambito della Convenzione per la Diversità Biologica, di arrestare la perdita di biodiversità marina, garantendone la conservazione ed un uso sostenibile’’

Il progetto dell’ENERGAS non riporta alcunch  in merito all’argomento e la cosa veramente preoccupante   che la delibera del Ministero dell’Ambiente ignora totalmente questa problematica. Come faranno a garantire la conservazione della biodiversità?

Nessun calcolo, nessun rimedio è stato individuato per evitare la continua e progressiva morte dei servizi ecosistemici. Praticamente ci viene proposto di permettere la installazione di un deposito di GPL, inutile per la comunità locale e per tutta la regione Puglia, che, per ricevere il gas dal mare, arrecherà dei danni all’habitat marino. Se tali danni saranno contenuti, porteranno solo una riduzione del pescato e un’aridità diffusa sui fondali del golfo. Di conseguenza, anche perdita di posti di lavoro.  E’ opportuno ricordare che, nel nostro mare, ci sono praterie di Cymodocea nodosa che inquinamento esse verrebbero sicuramente attaccate.  In che misura?   favoriscono notevolmente la riproduzione dei pesci; con questo tipo di Tutto questo se il danno sarà contenuto, ma se, invece, il danno, che comunque c’ , superasse una certa entità, tutto l’habitat marino verrebbe distrutto negli anni e rimarrebbero in vita solo batteri resistenti al processo di clorazione.   Questi batteri non sono amici dell’uomo. Perché le categorie che hanno a che fare con la pesca non dimostrano di essere preoccupate?  Forse hanno ricevuto delle rassicurazioni in merito? Se è così, sarebbe opportuno che ci mettano al corrente del contenuto di tali assicurazioni.  La pesca   un settore base per l’economia e il lavoro a Manfredonia e noi siamo  molto preoccupati di fronte a tali scenari.  Il documento ISPRA (Febbraio 2009) denominato Controdeduzioni al rapporto sull’impatto transfrontaliero del terminale GNL di Zaule del Ministero dell’Ambiente e del territorio della repubblica di Slovenia riporta che: “la sterilizzazione della massa d’acqua in ingresso determina l’eliminazione degli organismi costituenti lo zooplancton.  Appare necessario in uno studio di VIA, quantificare l’impatto di tale perdita degli organismi zooplanctonici in termini di effetti sulla produzione secondaria della baia di Muggia e, in senso più ampio, dell’intero golfo di Trieste”. Come si può notare, le cose che stiamo dicendo da tempo, non sono nostre invenzioni.  Il WWF, poi le Direttive EU, fatte proprie dall’Italia, e ancora l’ISPRA si sono espressi molto chiaramente per il golfo di Trieste, dove c’  una situazione analoga a quella prevista per Manfredonia.

Il Mediterraneo è tutelato dalla Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento o Convenzione di Barcellona, in vigore dal 1978. Questo trattato, sottoscritto da tutti i paesi rivieraschi e dall’Italia,   lo strumento giuridico e operativo del Piano di Azione delle Nazioni Unite per il Mediterraneo. Perché, nel nostro caso, è di fatto ignorato? In definitiva per gli impianti a circuito aperto l’impatto sull’ambiente   dovuto all’effetto cumulativo del raffreddamento dell’acqua di mare, della perdita dei servizi ecosistemici espletati dall’habitat marino, della distruzione di plancton e larve, della selezione operata a favore di specie batteriche resistenti, del rilascio di sostanze tossiche ivi compreso il cloro libero residuo. Di fronte a tali scenari qualche insensato potrebbe accettare il rischio e sostenere l’ENERGAS?

A costoro vogliamo chiedere: “In futuro, quando ci accorgeremo che queste cose stanno accadendo, cosa faremo?”  Forse diremo all’ENERGAS di andare via? E L’ENERGAS se ne andrà?  E tutto questo perch ?   Per permettere ad una società di privati,  che ha dimostrato di non tenere in alcun conto la persona, ma che sceglie anche massimizzazione del guadagno, determinando danni agli interessi della comunità,  portando rischi rilevanti che annullerebbero l’idea del vivere bene,    causando le soluzioni tecniche puntando alla l’inquinamento del mare che   fonte di lavoro e di ricchezza. Si aggiunga lo scempio che la costruzione del deposito farebbe in località Santo Spiriticchio con la distruzione di un sito archeologico, con il deturpamento di zone ZPS e SIC, con la creazione di un obiettivo sensibile per le attività terroristiche, specialmente se si considera che tale località si trova ad appena 9 km dall’aeroporto militare di Amendola. Al danno la beffa! L’ENERGAS promette posti di lavoro e, in realtà, distrugge anche quel poco di lavoro che c’è .

per il CAONS Ing. Matteo Starace 
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