Consiglio approva a maggioranza bilancio 2015

Che dovesse essere una seduta consiliare bollente, era scontato. In discussione era il consuntivo del primo anno di amministrazione di Riccardi bis. P

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Che dovesse essere una seduta consiliare bollente, era scontato. In discussione era il consuntivo del primo anno di amministrazione di Riccardi bis. Previsioni salite al rialzo sospinte dall’onda d’urto di un dibattito aspro, spesso sopra le righe, infarcito di battibecchi, che ha dato non poco lavoro al presidente dell’assemblea Prencipe. Ad animarlo essenzialmente da una opposizione agguerrita, arrembante che non ha concesso sconti ad una maggioranza pressoché inesistente, rappresentata dall’assessore al bilancio Rinaldi e dal sindaco Riccardi che hanno malcelato un marcato nervosismo. E’ infatti completamente mancata la partecipazione dei consiglieri di peso (effimeri gli interveti di Palumbo e Gelsomino) della maggioranza, del PD in particolare: solo una stiracchiata, formale dichiarazione di voto del capogruppo D’Ambrosio. Una astensione oltremodo significativa per le ovvie implicazioni che richiama e che evidenzia le forti frizioni che si agitano a livello politico e non solo.
Punto di riferimento e autorevole arbitro di una discussione a senso unico, la relazione dell’Organo di revisione al rendiconto della gestione per l’esercizio 2015. Un accurato studio che ha scandagliato un intervallo di tempo di gestione amministrativa alquanto lungo, andando indietro anche di dieci anni. Una analisi capillare sfociata in conclusioni quanto mai eloquenti e dunque significativamente pesanti sull’attività amministrativa svolta: <persistenza di alcuni fattori di criticità che contribuiscono a minare gli equilibri economico-finanziarti del bilancio del’ente>, <forti perplessità in merito alla situazione economico-finanziaria>, <situazioni gravemente pregiudizievoli per la tenuta dell’equilibrio economico-finanziario>.
Un circostanziato campanello d’allarme minimizzato dall’assessore Rinaldi (al sesto anno di delega), ma fatto squillare dai consiglieri di opposizione che sia pure con sfumature e “sensibilità diverse”, hanno scavato come un martello pneumatico negli anfratti più riposti dei documenti contabili aprendo ancor più il già profondo solco nelle <situazioni gravemente pregiudizievoli> tracciato dai revisori dei conti. Così, a turno Fiore e Ritucci per il Movimento 5 stelle, Magno per Manfredonia nuova, Taronna e Romani per FI, hanno evidenziato <la mancanza di trasparenza e la superficialità nella gestione finalizzata al consenso elettorale>, <spostamento di risorse a danno dei cittadini>, <mancato controllo sulle partecipate per finalità clientelari>, <carenza di documentazione per le necessarie verifiche>, <tasse portate alla misura massima>, <aumento degli aggi all’Agenzia tributi>, <riscossioni sotto misura, perché?>, <enormi discrepanze fra previsto e riscosso>, <gestioni senza controllo di ASE, Mercato ittico, Manfredonia calcio>, e così via fino alla denuncia di <errori materiali>. Insomma una filippica greca con riferimenti al <dissesto finanziario>, a <richieste di dimissioni>.
Alquanto veemente la replica di Riccardi che ha cercato improbabili sponde giustificative in un lontano passato (anche trenta anni fa) dimenticando che per sedici anni ha governato la città, gli ultimi sei da sindaco. <Il passato non giustifica il presente>, gli ha rintuzzato Romani. <Una presa di coscienza da parte dell’amministrazione che vuole migliorare> la semplificazione di D’Ambrosio, la promessa di Rinaldi di far tesoro dei “compiti a casa” dettati dai revisori dei conti. Una lista concreta, precisa per <l’immediata adozione di una serie di azioni, coordinate fra di loro e finalizzate alla risoluzione delle criticità emerse>. Un assist, istruzioni per una gestione più confacente ad una città come Manfredonia che pare abbia smarrito la retta via.
Infine il voto scontato compatto dei diciassette presenti della “corte” di maggioranza, compreso il voto dell’indipendente De Luca dopo una dolente serie di <mi vergogno> a fronte dei rilievi mossi. Sei i voti contrari.
Michele Apollonio

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