Dr Jekyll e Mr. Hyde.

<<A tutti coloro i quali, eccitati dal giustizialismo, non vorranno tentare l’esercizio in cui non hanno alcuna fiducia di riuscire, rivolgo l’

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<<A tutti coloro i quali, eccitati dal giustizialismo, non vorranno tentare l’esercizio in cui non hanno alcuna fiducia di riuscire, rivolgo l’invito a non desistere e a praticare un minimo di equilibrio: per criticare senza azzannare l’avversario politico, per non condannare prima dell’esito del processo, per non sostituirsi ai giudici.
Non mi aspetto che nella feroce lotta politica in atto si rispetti il principio costituzionale per cui ogni cittadino deve essere considerato innocente fino alla sentenza definitiva di condanna.
Non sottovaluto i capi d’accusa, non intendo minimizzare il rinvio a giudizio, ma chiedo soltanto di attenersi ai fatti.
I fatti dicono che sono stato già prosciolto da un capo d’accusa e sono fiducioso che in sede di giudizio dimostrerò la mia non colpevolezza. Ho fiducia nell’operato dei giudici, che hanno mostrato in più occasioni competenza ed equilibrio nelle loro decisioni. Di là dalle speculazioni propagandistiche e dalle campagne mediatiche, sono certo che si chiarirà tutta la vicenda.
Ora, finalmente, potrò difendermi nel processo, dove potrò far valere la mia versione dei fatti e le mie ragioni. Ora, finalmente, le speculazioni dovrebbero lasciare il posto alle dimostrazioni.
Non sottovaluto le ragioni di opportunità che dovrebbero indurmi a dimettermi. A coloro che pretendono, esigono, sognano le mie dimissioni, suggerisco di informarsi sull’esito di tanti rinvii a giudizio che si sono conclusi con assoluzioni. Esemplare il caso del sindaco di Napoli De Magistris, assolto dopo la sentenza di primo grado, che, se si fosse dimesso, non sarebbe potuto tornare a fare il sindaco.
I fatti dicono che sono stato rinviato a giudizio per fatti estranei al mandato ricevuto. I fatti non riguardano l’amministrazione di Manfredonia, a cui dedico tutto il mio tempo e tutte le mie energie per promuoverne la crescita, attuando il programma sottoposto al voto dei cittadini che mi hanno eletto>>.

Fin qui l’autodifesa del sindaco Angelo Riccardi dal sintomatico titolo “In difesa del buon senso”.
Il buon senso per chi, per cosa? Probabilmente l’estensore della nota non si è del tutto immedesimato nel contesto del firmatario. Ma a parte questo. Quale buon senso? Quello post? O quello ante che assieme alla prudenza, dovrebbe essere totale e calibrato in un amministratore pubblico.
Una vicenda certamente penosa che più che “eccitazione” suscita profonda amarezza e preoccupazione per quello che il Nostro rappresenta, cioè il Sindaco della città, il difensore di una comunità, la personificazione della giustizia. E per questo sarebbe quanto mai necessario che si arrivasse rapidamente alla conclusione, qualunque sia il verdetto.
La Giustizia farà il suo corso, ma non potrà cancellare una sia pur impercettibile ombra, ma pur sempre un’ombra. Ricordate cosa si diceva della moglie di Cesare? Si è tirato in ballo l’assoluzione di De Magistris, ma si dimentica la condanna di Soru.
“Sono stato rinviato a giudizio per fatti estranei al mandato ricevuto”, rileva Riccardi. Come se quello che fa Angelo Riccardi non riguardi il Sindaco di Manfredonia, e viceversa. Dr Jekyll e Mr. Hyde.
Non si tratta di essere garantisti o giustizialisti: non significa e non condiziona nulla; né tanto meno c’è la frenesia di mettere alla gogna qualcuno; ma più semplicemente c’è la necessità di guardare senza preconcetti di sorta, interessi politici di parte, e con la dovuta limpidezza delle proprie idee, alla realtà arrivata non certo per “disgrazia ricevuta”. Una realtà sulla quale non si possono chiudere gli occhi.
La situazione politica e amministrativa della città non aveva certo bisogno di questo diversivo che pende sulla popolazione come la spada sulla testa di Damocle. Il tessuto politico si è pressoché dissolto: su dieci gruppi rappresentati nel consiglio comunale, sette non fanno riferimento ad alcun partito. Una situazione a dir poco strampalata: a beneficio di chi, di cosa? Ad un anno di distanza dalle elezioni, si registrano ancora continui spostamenti da uno scranno all’altro, reintegri di consiglieri per via Magistratura, dimissioni di assessori, assessorati vacanti.
Si ripetono programmi, slogan, promesse già sentiti e visti, che dovrebbero sostenere un futuro sul quale grava una pesante ipoteca di incertezza. Una cortina di fumo che non acceca più.
Michele Apollonio

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