Trivelle: la Regione Puglia si autotassa per il referendum

I consiglieri della Regione Puglia oggi hanno compiuto un gesto straordinario, unico in Italia, che fa comprendere che la nostra non è una battaglia

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I consiglieri della Regione Puglia oggi hanno compiuto un gesto straordinario, unico in Italia, che fa comprendere che la nostra non è una battaglia di piccolo respiro, ma una grande battaglia ideale a tutela del mare”.

Con queste parole il presidente Michele Emiliano ha commentato la decisione dei Consiglieri regionali pugliesi, di tutti gli schieramenti, di finanziare la campagna referendaria per il SI con uno stanziamento volontario, a partire da mille euro, fino a copertura delle spese. Si mantiene così l’impegno preso con movimenti e comitati referendari al fine di realizzare la campagna di comunicazione per il SI, senza gravare sul pubblico bilancio.

“La richiesta di Referendum da parte dei Consigli regionali – ha detto il presidente – ha determinato l’accoglimento di alcuni quesiti da parte del governo impedendo le trivellazioni e le ricerche di petrolio nelle 12 miglia. Già questo ha reso il Referendum non solo utile, ma miracoloso, perché ha consentito di bloccare una scelta sbagliata del governo italiano che, in questa materia, ha commesso degli errori, corretti solo grazie all’intervento delle regioni. Rimane un quesito, quello su cui ci esprimeremo con il Referendum del 17 aprile, che è importantissimo, perché riguarda la procedura di chiusura dei pozzi in modo controllato tra Governo, Regioni e petrolieri. Questo quesito non è affatto simbolico o inutile, come qualcuno vuol far credere”.

La norma della Legge di Stabilità, che con il Referendum si vorrebbe abrogare, consente la proroga “automatica” delle autorizzazioni a estrarre idrocarburi già rilasciate, e impedisce che siano attivati i procedimenti di verifica/controllo ai fini della prosecuzione dell’attività sino al completo sfruttamento del giacimento, previsti dalla precedente normativa (L.9/1991 e L.613/1967). Se vincesse il SI al Referendum, tornerebbe in vigore il sistema dei controlli previsto dalla precedente normativa.

“La legge precedente, la 9/1991, non aveva mai provocato licenziamenti – ha spiegato Emiliano –  ma regolava la procedura di chiusura dei pozzi, che è la fase più delicata dal punto di vista ambientale, nel modo più controllato possibile. Andare a votare dunque è utile. Se il Governo avesse voluto evitare davvero il referendum avrebbe potuto accogliere anche l’ultimo quesito e ripristinare i termini e i controlli previsti dalla legge del 1991”.

“Non si dica che stiamo buttando via denaro pubblico. Oggi, con questo gesto di autofinanziamento, i consiglieri regionali di tutti i partiti hanno spazzato via ogni dubbio. Sono orgoglioso di essere il presidente della regione Puglia”.

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