Nuovo sequestro del lido balneare Bonobò

Su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, e, a seguito di indagini espletate da questo Comando che vanno avanti da quasi due anni, perso

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Su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, e, a seguito di indagini espletate da questo Comando che vanno avanti da quasi due anni, personale della Capitaneria di Porto di Manfredonia ha posto sotto sequestro preventivo ex art. 321 C.P.P. le strutture di uno stabilimento balneare sito sul Lungomare del sole in località Siponto>.
Lo scarno comunicato della Capitaneria di porto di Manfredonia non menziona il nome della struttura balneare, ma dalla foto diffusa si capisce inequivocabilmente che si tratta dei “Bagni Bonobò”, una struttura balneare costruita due anni orsono e subito posta sotto sequestro per poi essere dissequestrata tant’è che ha funzionato per gran parte della stagione estiva.
Il sequestro effettuato ora è dunque il secondo. La motivazione la stessa: <violazione della normativa demaniale e paesaggistica, in quanto le opere venivano realizzate in difformità ai titoli in possesso del titolare dello stabilimento balneare; in particolare sono state violate le prescrizioni di carattere paesaggistico concernenti l’obbligo di rimozione dei manufatti entro il 31 ottobre del 2015, inoltre le opere non sarebbero facilmente amovibili come prevedono i titoli rilasciati dagli enti interessati>.
In discussione non è dunque la costruzione del lido su quel litorale, bensì le modalità con le quali è stato realizzato. In particolare, la non facile amovibilità delle opere e la loro mancata rimozione entro il 31 ottobre 2015, cioè a fine stagione balneare. Questioni di non poco conto ma neanche trascurabili ancorché statuite da precise leggi e circostanziati regolamenti che vanno rispettati. Il punto è questo: il rispetto delle leggi: da parte di chi si accinge a compiere una qualsiasi opera, ma anche da parte di chi quelle leggi è tenuto a far rispettare. Il buon vivere civile è regolato così.
Naturalmente l’occasione è stata ghiotta per riprendere la sempre latente polemica dei difensori dell’ambiente catalogati ormai come <quelli del NO a prescindere>, e gli altri suddivisi tra <quelli del SI incondizionato> e i <possibilisti>. Che quell’impianto si potesse realizzare e indiscutibile. Il progetto architettonico in armonia con l’ambiente le finalità specifiche. E d’altra parte su tutto il fronte mare c’è una lunga e variegata esemplificazione di costruzioni in muratura e assimilati che neanche un terremoto le muove, molte delle quali peraltro di discutibilissima funzionalità balneare ancorché di censurabile buon gusto. Una muraglia continua che angoscia e smorza persino l’eco del mare. Almeno il Bagno Bonobò è di gradevole aspetto e ingentilisce il panorama alquanto disarmante tutt’intorno. E nessuno ha avuto mai da ridire. Che si voglia cominciare ora a mettere i puntini sugli “i” è anche cosa buona e giusta, a patto che il metodo sia applicato in modo lineare e coinvolgendo i vari aspetti (e sono tantissimi ed essenziali) che richiamano in maniera determinante la vivibilità del territorio, il decoro pubblico e il rispetto dell’ambiente.
Michele Apollonio

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