I carabinieri di Vieste hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Foggia su richiesta della
I carabinieri di Vieste hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip presso il Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di tre soggetti, accusati a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di cocaina e porto abusivo di arma da fuoco. Si tratta di Danilo e Bartolomeo Pio Notarangelo, di 25 e 28 anni, e di Michele Calabrese di 36 anni. Le indagini, condotte attraverso attività tecnica ed innumerevoli servizi sul territorio, hanno consentito di accertare una serie di episodi di spaccio di cocaina a Vieste nel gennaio del 2015: il fiorente giro d’affari di circa 20.000 euro al mese era gestito dal venticinquenne Danilo Notarangelo, figlio di un cugino del capo clan Angelo Notarangelo, ucciso in un agguato il 26 gennaio 2015 e dal trentaseienne Michele Calabrese, rivenditori per vari pusher della zona. Sin dalle prime fasi delle indagini sono stati acquisiti determinanti elementi probatori a carico degli indagati riuscendo a monitorare le varie fasi dell’attività illecita, dalla fase dell’approvvigionamento, “sta figliando una scrofa” era il gergo utilizzato per intendersi che stavano arrivando i fornitori, alla fase dello smercio al dettaglio. Sono poi emersi elementi di reità in relazione anche al possesso di armi semiautomatiche da parte del ventottenne Bartolomeo Pio Notarangelo, anch’egli figlio di un cugino del defunto boss. Nell’aprile del 2015 Bartolomeo Pio Notarangelo era stato arrestato dai carabinieri di Vieste poiché trovato in possesso di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa. Il giovane è stato trovato a passeggio per le strade di Vieste: aveva agganciata alla parte anteriore della cintura dei pantaloni, all’altezza della fibbia, una pistola marca Beretta 7.65 con matricola abrasa, con cane armato, colpo in canna e completa di caricatore con sette cartucce.
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