Per il complesso abbaziale di San Leonardo in Lama Volara di Siponto sarà un Natale festoso: riaprirà al culto la chiesa dopo due anni di chiusura pe
Per il complesso abbaziale di San Leonardo in Lama Volara di Siponto sarà un Natale festoso: riaprirà al culto la chiesa dopo due anni di chiusura per consentire l’esecuzione di sostanziali lavori di restauro. Le funzioni religiose sono proseguite nella sala-auditorium dell’attiguo ex ospedale appositamente allestito dalla comunità religiosa Ricostruttori nella preghiera che dal 2012 hanno rianimato quell’abbazia. L’annuncio ai fedeli che hanno continuato a frequentare quell’eremo, dal rettore di quella piccola comunità, padre Ciro Mezzogori.
<Le opere nella chiesa sono state ultimate, potremo perciò tornare a celebrare nella storia chiesa dedicata a san Leonardo> ha spiegato padre Ciro. <La riapertura avverrà alle 23,30 di giovedì 24 quando sarà celebrata la messa della notte di Natale> ha annunciato precisando che la inaugurazione avverrà più in là, quando saranno ultimate le opere riguardanti l’intero articolato complesso monastico risalente al XII secolo. La messa di Natale così come quelle delle domeniche e delle festività saranno regolarmente celebrate alle 11mentre quelle feriali alle 18.
Riprende dunque a respirare a pieni polmoni quel sontuoso monumento carico di storia che si erge maestoso e austero nel mezzo del tavoliere garganico ad una decina di chilometri da Manfredonia ai margini della statale per Foggia. Una rinnovata esistenza di un presidio religioso con venature politiche e sociali, che esplicò tutta la sua autorevolezza con i frati dell’Ordine Teutonico (1261-1450) che proseguirono l’opera dei canonici di regolari di sant’Agostino che lo fondarono nel 1100. I monaci francescani ressero la badia fino a quando il regno di Napoli decretò la soppressione degli Ordini religiosi.
Ormai abbandonata, il monastero e l’ospedale scivolarono lentamente ma inesorabilmente in macerie. Si è salvata la chiesa sopravvissuta persino all’esplosione della cappella attigua alla facciata che guarda al Gargano, utilizzata durante l’ultima guerra come deposito di munizioni. Determinante e provvidenziale è stato l’intervento negli Anni cinquanta, del canonico Silvestro Mastrobuoni che le restituì il rango di chiesa consacrata, ne evidenziò la rilevanza monumentale e ne fece il centro di numerose iniziative sociali.
Da allora si sono susseguiti interventi edilizi episodici e parziali che hanno tenuto in piedi la chiesa e l’antico ospedale. Con la destinazione caldeggiata dall’arcivescovo di Manfredonia mons. Michele Castoro, dei Ricostruttori nella preghiera, quell’antica fonte di fede e di operosità si è come rincuorata. I fedeli hanno ripreso a frequentare assiduamente San Leonardo e seguire le iniziative dei Ricostruttori. E sono arrivati anche i fondi per la ricostruzione dell’intero complesso abbaziale. Oltre sei milioni di euro spesi bene. Quello scrigno di fede, arte e umanità è come risorto, ricostruito nelle sue fattezze originarie. I lavori volgono ormai al termine e l’intero complesso sarà disponibile per divenire un centro di attività dinamiche inserito in un contesto strategico di un nuovo modo di fare cultura al servizio del prossimo.
In questo rinnovamento proteso nel futuro immediato, occorre segnalare un vulnus alquanto grave: i pericoli in agguato dalla statale Foggia-Manfredonia che passa accanto in un tratto rettilineo particolarmente insidioso come attestano i numerosi incidenti occorsi. Anni fa era stata progettata e finanziata una variante che consentiva un agevole e tranquillo accesso all’abbazia. Poi tutto finì nel nulla. Sarebbe opportuno riprendere quel progetto. Nel frattempo occorrerebbe senza ulteriori indugi mettere in atto misure, previste dal codice della strada, che regolino il traffico su quel tratto per garantire l’incolumità dei fedeli e dei turisti che è facile prevedere affolleranno l’abbazia.
Michele Apollonio
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