Energas e il sogno di Re Manfredi': lettera aperta di Anna Guerra al sindaco

Gentile Signor Sindaco, sono la Sig.ra Anna Guerra cofondatrice dell’Associazione Bianca Lancia (nome scelto perché madre di Re Manfredi fondatore

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Gentile Signor Sindaco,

sono la Sig.ra Anna Guerra cofondatrice dell’Associazione Bianca Lancia (nome scelto perché madre di Re Manfredi fondatore della nostra amata città) prima firmataria del ricorso e responsabile della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo del 1998, a favore del movimento cittadino donne nato nel 1988 (per l’inquinamento dell’Enichem).

La sentenza evidenzia l’inerzia dello Stato Italiano nella problematica ambientale e sancisce il diritto di ogni cittadino ad avere “IL RISPETTO DELLA VITA PRIVA TA E FAMILIARE E DEL SUO DOMICILIO” art. 8 della convenzione europea dei Diritti dell’Uomo.

In parole povere nessuno può mettere in pericolo la vita e l’ habitat del cittadino. Nel 1988 l’Enichem era la minaccia nefasta vicino alle nostre case che destabilizzava le nostre vite. Purtroppo ancora oggi quel sito rappresenta un problema per l’inquinamento del sottosuolo, del mare e della catena alimentare.

Questa sentenza ha fatto giurisprudenza ed è un apripista in campo ambientale. Possiamo usarla anche nei confronti dell’Energas, la nuova minaccia per le nostre case, il nostro habitat e le nostre vite. Non possiamo subire due volte lo stesso”delitto”.

Dopo tanti anni la storia si ripete ed io mi ritrovo di nuovo impegnata con le donne a fronteggiare, insieme a Lei e al consiglio comunale, il pericolo Energas e a collaborare allo studio epidemiologico sulla salute dei cittadini a cui tutti possono partecipare, comprese le associazioni che desiderano arricchire l’indagine con storie e suggerimenti.

Ora noi, donne e uomini consapevoli, insieme ai giovani del collettivo INAPNEA e alla commissione di studio formata da valenti scienziati, stiamo realizzando una RICERCA PARTECIPATA nello studio voluto fortemente da Lei per i disastri dell’Enichem e di ciò La ringrazio.

Signor Sindaco, non avrei mai pensato di scriverle, per il mio carattere riservato , ma le circostanze me lo impongono e voglio dare il mio contributo. Noi donne già nel 2000 evidenziammo la pericolosità dell’Isosar, oggi Energas, ma nessuno ci ha dato ascolto e la multinazionale è andata avanti. Ora dobbiamo porre rimedio al nuovo insulto usando tutte le frecce al nostro arco, frecce anche non convenzionali se necessarie.

Perciò desidero parlarle non in maniera formale e tecnica ma su un piano simbolico. Volendo contribuire alla difficile gestione del problema Energas userò infatti il linguaggio delle metafore per meglio intenderci.

Il destino ha posto Lei di nuovo alla guida del nostro popolo, non a caso ha rivinto le elezioni. Le parlerò di un sogno, il sogno di un re che voleva grande e bella questa città, ma il potere e le trame oscure lo annientarono e lo uccisero insieme al suo sogno.

Credo che noi manfredoniani abbiamo “ereditato “il peso del sogno frantumato del re (vista la nostra storia) perché siamo ciclicamente sottoposti ad invasioni, devastazioni, inquinamenti e pericoli. Credo però che noi possediamo anche l’antidoto per sconfiggere il male che ci vuole di nuovo“avvelenare “ uccidendo le nostre speranze.

L’antidoto consiste nel risvegliare la consapevolezza che tutti noi cittadini siamo stati sottoposti ad un processo perverso ed invisibile generato dal sogno incompiuto del re e che aleggia ancora su questo territorio.

Per attivare però l’antidoto che può spezzare l’arcano, ridare la speranza perduta alla città, il popolo ha bisogno di un “re”. Un “re simbolo“ della consapevolezza risvegliata che possa scuotere anche i cittadini dormienti. Molti di essi, infatti, per curare le ferite ambientali, hanno rimosso i guai del passato e affranti e delusi si sono rifugiati nell’indifferenza. Molti sono arrabbiati e molti si sentono abbandonati.

Lei Sig. Sindaco è l’artefice della realizzazione del monumento al nostro re, insieme al segretario comunale Federico Fiorentino. Non a caso quest’ultimo si chiama come il padre di Manfredi e non a caso porta il cognome del luogo dove morì Federico, cioè Castel Fiorentino.

Anche questi segni ci “ raccontano” di un padre(Federico) che riporta simbolicamente, dopo tanti secoli, nel 2015 il figlio (statua di Manfredi) nel nostro territorio. Ebbene Lei su quel monumento ha inciso il suo nome, non a caso.

Una lettura superficiale di questo evento ha alimentato subito le polemiche, ma, da un punto di vista più profondo e’ come se Lei, con questo gesto, avesse detto inconsciamente al re: “Ti aiuterò insieme al popolo a realizzare il tuo sogno e farò grande questa città”.

Lei ha dunque tutte le possibilità, se vuole, di risvegliare “la bella addormentata“, cioè la flebile speranza dei cittadini per una vita vivibile. Il segreto di quest’alchimia consiste nell’ascoltare la sua voce interiore.

E’ una voce sottilissima, come “il fruscìo delle stelle del mattino”, ma potentissima e solo Lei può ascoltarla. Questa voce Le dirà:” Raduna il popolo e insieme marciate per dire forte e chiaro NO ALL’ENERGAS, non permettere che territorio sia devastato ancora una volta. Dai al mio popolo la sicurezza futura di una salute più salubre “.

Cosi come è successo nel 1988, quando tutta la città sfilò contro le navi dei veleni (una sera ci fu anche un’ enorme fiaccolata, sembrava un serpente di luce), oggi si metta alla testa per sfilare contro l’Energas ed il popolo la seguirà. Cosi si spezzerà l’antico ”malefico arcano“ e come in tutte le favole il male svanirà. Anche le malefatte dell’ENICHEM saranno smascherate .

L’unità di intenti di un popolo ha la forza di un unico cervello ed è cosi potente che nessun dato tecnico può eguagliarla,gli antichi conoscevano bene questo meccanismo e lo utilizzavano per combattere le calamità.

Non dobbiamo far vincere una multinazionale (la “strega cattiva “ che vuole attentare con la sua pericolosità di nuovo alla nostra vita). Con questa forte consapevolezza del popolo unito ritroveremo la direzione, la nostra identità e i nostri giovani avranno la speranza di un futuro vivibile. Ognuno di noi ha parte di sé in luce e una parte in ombra e a seconda di quale parte noi ascoltiamo lasciamo traccia sulla terra di azioni costruttive o distruttive. Con queste metafore io desidero rivolgermi alla sua parte luminosa.

Faccia in modo che il sogno del nostro re si realizzi!

Anch’io ho creduto in un sogno nel 1988 e aiutata da tutte le donne del movimento cittadino, creammo un unico intento,un unico cervello,un unico respiro. Per questo abbiamo vinto producendo la sentenza positiva della Corte di Strasburgo. La prima in Europa in questo campo e nonostante molti avvocati sostenessero che l’impresa era impossibile, perché non avevamo prima esaurito tutti i gradi della giustizia italiana. Invece la Corte europea, formata da 21 giudici, accettò il nostro ricorso in barba a tutti gli ostacoli.

Noi donne abbiamo fatto la nostra parte in passato e la facciamo anche oggi, seppure con le nostre modalità ma sempre prevale la cura e lo sguardo materno verso il territorio.

Questo mio impegno civile scaturisce anche dalle mie ferite passate:nel 1976 ero a Lissone, dove insegnavo, un paese vicinissimo a Seveso, quando scoppio l’ICMESA. Poi a settembre dello stesso anno mi trovavo a Manfredonia quando scoppiò la colonna dell’ arsenico. Infine nel ’78 sempre nella mia città fui vittima, insieme a tanti concittadini, della fuga dell’ammoniaca, che ci soffocava, proveniente dall’ENICHEM. Il colmo sarebbe ora vedere nel prossimo futuro i “fuochi d’artificio”dell’ENERGAS.

Noi diciamo si al lavoro, ma non a quello che uccide: l’Energas è una bomba sotto il nostro cuscino e per i nostri figli (vedi disastro di Bhopal, di Città del Messico, di Viareggio ecc.). La popolazione è stanca perché assai provata e perciò va ascoltata soprattutto dallo Stato centrale dove Lei sarà il nostro portavoce. I ministeri non possono rilasciare autorizzazioni a cuor leggero a depositi pericolosi.

La prego quindi di utilizzare la nostra sentenza (disponibile nel sito www.ambientesalutemanfredonia.it, in italiano, francese ed inglese) come uno dei punti importanti da evidenziare al MISE. Il principio giuridico affermato nella sentenza non può essere sprecato.

Per dare forza alla nostra tesi, allego alla presente anche l’intervento, a Taranto del 23 gennaio 2013, di Vitaliano Esposito (ex magistrato, procuratore generale della Corte Suprema di Cassazione, Presidente della rete dei procuratori generali dell’Unione Europea, garante per il governo per l’Ilva di Taranto. Ora svolge attività giudiziaria internazionale in materia di DIRITTI UMANI). L’intervento che è scaricabile da internet,l’ho trovato non a caso. Esposito parla anche dell’importanza della nostra sentenza e del caso Manfredonia. Potremmo invitarlo per farci dare una mano.

Questa sentenza deve essere assolutamente rispettata, altrimenti lo Stato Italiano non è degno di essere chiamato Stato democratico ed europeo.

La ringrazio per la cortese attenzione e Le porgo cordiali saluti.

Manfredonia,5/11/15

Anna Guerra                

Si allega: intervento di Vitaliano Esposito, Procuratore generale della Corte di Cassazione.

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