La marea di gente che ha affollato i larghi piazzali antistanti lo stabilimento Sangalli vetro, ha testimoniato la partecipazione del territorio al d
La marea di gente che ha affollato i larghi piazzali antistanti lo stabilimento Sangalli vetro, ha testimoniato la partecipazione del territorio al dramma dei lavoratori e rispettive famiglie, estromessi dal lavoro nel novembre scorso, ma anche confermato l’interesse per un presidio industriale che rappresenta il riscatto economico di un comprensorio che rischia di rimanere fuori da ogni tipo di sviluppo.
Il raduno di solidarietà è stato annunciata come una manifestazione di consenso e tale è stata: una grande e significativa dimostrazione di impegno civile a difesa di una attività lavorativa sulla quale si sono addensati pesanti e oscuri intrighi che minacciano di distruggerla. A renderla più familiare e dunque più intensa, l’allestimento di un Working class chef. Una iniziativa dello chef di Monte Sant’Angelo Gegè Mangano cui ha aderito la Federazione italiani cuochi del Gargano e di Capitanata che ha mobilitato una ventina di volenterosi cuochi. <Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito di Gegè Mangano per far sentire anche la nostra solidarietà a colleghi lavoratori in difficoltà>. E l’hanno fatto a modo loro, mettendoci tutta la passione e la bravura nel preparare piatti semplici ma convincenti come sanno essere le ricette del Gargano e dunque bruschetta di pane casereccio, orecchiette e cicatelli ai funghi, mezze maniche e patate al profumo di erbe, il tutto innaffiato con vino del tavoliere, e poi i classici prodotti caseari artigianali; non sono mancate le castagne della Foresta Umbra abbrustolite all’istante.
Un menù accattivante ma ancor più invitante per la finalità del suo costo: 5 euro da destinare alle esigenze dei lavoratori. Non dunque una presenza folkloristica ma di sostanziale significato partecipativo. <Si parla spesso di solidarietà – annota Gegè Mangano – ma senza alcun impegno: abbiamo voluto con questo nostro intervento dare una sia pur modesta consistenza a quella condivisione >. Un intento ben riuscito a giudicare dalla somma raccolta: oltre dieci mila euro. Anche questo un segno tangibile del sentimento della gente per questa vicenda e soprattutto per quello che rappresenta in termini di economia reale. Ad avvalorare tali aspetti, la presenza tra la gente comune, di numerosi rappresentati delle istituzioni ai quali sono state chieste iniziative più incisive e soprattutto risolutive di un problema che rischia di liquefarsi.
In questi termini i lavoratori hanno parlato nel corso dei collegamenti con il programma di RAI3, Ballarò. Una opportunità, è la speranza manifestata, perché anche questa vicenda, emblematica di un sud cenerentola bistrattato, entri nel novero delle problematiche lavorative nazionali. Non è dato immaginare quanto questo pur lodevole exploit potrà produrre riscontri decisori alla questione. Certo, si spera che qualcosa si muova in un contesto di immobilità operativa. Messo da parte qualsiasi possibilità che Sangalli ritorni su queste sponde impelagato com’è anche con l’altro stabilimento di Porto Nogaro, l’aspettativa è quella di cercare un imprenditore in grado di rimettere in carreggiata questo impianto. Le premesse ci sono tutte: quelle tecniche e quelle umane. L’impresa tuttavia non è facile. Tra le incognite da portare a galla e chiarire, vi è anche quella riguardante la concorrenza alquanto sofisticata nel settore del vetro. Non si esclude che a determinare la situazione in cui versa lo stabilimento di Manfredonia, vi sia lo zampino di una multinazionale che non vedrebbe di buon occhio l’immissione sul mercato del vetro prodotto a Manfredonia giudicato di alta qualità. Una ragione in più perché le alte sfere della politica, perché la questione politica è, si interessino a fare in modo di non perdere quest’altro patrimonio di grande prestigio del lavoro del sud.
Michele Apollonio
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