Si vende il faro di S.Domino forse nascerà un «resort»

Concessione da 6 a 50 anni, con possibilità di presentare domande per tre mesi, sino 12 gennaio 2016. Nell’ambito della procedura di gara c'è la poss

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Concessione da 6 a 50 anni, con possibilità di presentare domande per tre mesi, sino 12 gennaio 2016. Nell’ambito della procedura di gara c’è la possibilità finanche di effettuare sopralluoghi presso i fari entro il 16 dicembre 2015. Sono i tratti salienti del bando di gara pubblicato sulla Gazzetta ufficiale per l’affidamento in gestione di 11 fari sparsi in tutta Italia di cui 7 in gestione all’agenzia del Demanio e 4 al ministero della Difesa. Tra i sette dell’Agenzia figura anche quello di San Domino dell’arcipelago diomedeo delle Isole Tremiti.

«Mi interessa relativamente quello che ci vogliono fare. L’importante è che ci sia qualcuno disposto ad investire per togliere quella struttura dal degrado. Un resort extra lusso? Andrebbe pure bene: l’importante è che qualcuno faccia qualcosa per aiutare le Isole Tremiti. Il Comune pur avendo un diritto di prelazione non potrà acquistarlo perché abbiamo ereditato dei debiti dal passato»: così disse a giugno scorso il sindaco Fentini.

Ad oggi a pubblicazione del bando avvenuta, non ha nulla da aggiungere rispetto a quanto dichiarato quattro mesi fa. L’idea dell’agenzia del Demanio è quella di valorizzare pezzi del patrimonio nazionale attraverso concessioni pluriennali per cogliere un duplice obiettivo: fare cassa e togliere dal degrado strutture destinate all’oblio.
Proprio come il faro di San Domino. Lo si nota subito arrivando con la motonave: è il primo segno di vita dell’arcipelago e l’ultimo a vedersi quando si rientra sul continente. Abbarbicato sulla parete rocciosa è uno dei tanti simboli delle isole tanto care a Diomede.

Vanta anche un capitolo di storia alquanto misterioso: l’8 novembre 1987 fu teatro di una esplosione. Oltre ai danni inferti alla struttura, fu rinvenuto un solo cadavere, peraltro smembrato. Non ci furono altre vittime perché l’edificio era disabitato. Le indagini accertarono che il corpo dilaniato apparteneva ad un francese, mentre l’amico svizzero che era con lui fu arrestato, processato e condannato per l’attentato dinamitardori. Quel grave episodio di cronaca non fu mai chiarito. A distanza di 28 anni il mistero continua. Il «fanalista» di San Domino era Domenico Calabrese. Stava lì fin dal 1959. Calabrese quel giorno, per fortuna, all’interno della piccola casa che fiancheggia il faro, non c’era. E si salvò. La proposta progettuale dovrà essere coerente con gli indirizzi e le linee guida del progetto Valore Paese-Fari. La valutazione della proposta progettuale terrà conto, di elementi qualitativi quali: soluzioni di recupero del faro, manutenzione, fruibilità pubblica, contributo allo sviluppo locale sostenibile e la possibilità di creare un network tra più strutture, attraverso una rete di servizi e attività condivise.

 

 

[Francesco Trotta]
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