Calcioscommesse: Brindisi fuori dalla D

Il Tribunale Federale Nazionale Figc ha disposto la condanna del Brindisi esclusa dal campionato di serie D con assegnazione da parte del Consiglio F

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Il Tribunale Federale Nazionale Figc ha disposto la condanna del Brindisi esclusa dal campionato di serie D con assegnazione da parte del Consiglio Federale a uno dei campionati di categoria inferiore. Il Brindisi dovrà ora attendere il consiglio federale del 31 agosto per sapere se ripartirà dalla Promozione o dall’Eccellenza.Diversa la situazione del Barletta che, già fallito ed iscritto al prossimo torneo di Eccellenza Pugliese, partirà con 3 punti di penalità nella stagione 2015/16: due punti sono stati infatti comminati ai biancorossi in seguito all’inchiesta “Dirty Soccer”, mentre il coinvolgimento dell’ex tesserato Ninni Corda nella combine relativa al match Savona – Teramo, ha costretto i barlettani alla decurtazione di un ulteriore punto per responsabilità oggettiva; prosciolti da ogni accusa invece Perpignano, Condò e Casapulla, rispettivamente presidente, vice presidente e dirigente del club. Rimanendo nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer”, il San Severo era implicato nella faccenda per la sola responsabilità oggettiva, sopraggiunta in merito al coinvolgimento dell’ex portiere Carotenuto nella combine avvenuta in occasione del match contro il Brindisi dello scorso 30 novembre 2014; i giallogranata hanno visto dunque assegnarsi due punti di penalità da scontarsi nel prossimo campionato di Serie D, peggio è andata invece al calciatore, nei confronti del quale sono state accolte le richieste di Palazzi, con la squalifica per 3 anni e 6 mesi, accompagnata da un’ammenda di 60000 euro. Tra i tesserati coinvolti, le condanne più pesanti hanno però colpito coloro che erano legati ai colori del Città di Brindisi: Savino Daleno (tesserato biancazzurro) è stato condannato a 5 anni di inibizione con preclusione e 50000 euro di ammenda, Giorgio Flora (vice presidente) a 4 anni e 6 mesi di inibizione, accompagnati da 70000 euro di ammenda, mentre per Vito Morisco (tesserato) la condanna è di 3 anni e 9 mesi di inibizione, più 50000 euro di ammenda.

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