Depuratore non a norma, interviene la Guardia Costiera di Manfredonia

Continua senza sosta, anche in materia ambientale, l’attività di vigilanza svolta dagli uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia impegnati su

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Continua senza sosta, anche in materia ambientale, l’attività di vigilanza svolta dagli uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia impegnati su più fronti su tutta la provincia di Foggia, in particolar modo sul rispetto della normativa ambientale degli impianti di depurazione pubblici e privati.

In questi giorni, infatti i militari del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera, a seguito dei più controlli effettuati in contraddittorio ad un impianto di depurazione di acque reflue urbane asservito all’abitato di un Comune costiero, si sono accorti che nella stazione di clorazione all’interno delle cui vasche il liquido, che dovrebbe presentarsi separato dai fanghi, viene immesso nel corpo ricettore e scaricato nei corsi d’acqua confluendo, successivamente, in tratto di mare, già oggetto di divieto di balneazione, la superficie dello stesso presentava vistose particelle schiumose galleggianti di chiara matrice fangosa, che alla fine confluivano nello scarico finale.

Poiché alla luce della normativa in vigore i fanghi oggetto di depurazione vengono considerati alla stregua di rifiuti, gli stessi dovrebbero essere opportunamente smaltiti o destinati , dopo un processo di essiccamento, all’agricoltura; nel caso in esami i militari, dopo vari sopralluoghi, hanno accertato tale condotta contra legem, e , in virtù anche della novella normativa introdotta dalla Legge n° 68 del 22.05.2015 ( cd. Disposizione in materia di “Ecoreati” ) che ha innovato il Codice Penale introducendo gli articoli 452 bis e seguenti, hanno proceduto a deferire alla competente Autorità Giudiziaria il gestore dell’impianto stesso per i reati di cui agli articoli 635 del Codice penale (danneggiamento aggravate di acque) oltre che dello stesso articolo 452 bis del Codice Penale (inquinamento ambientale), entrambe fattispecie delittuose rientranti nei cd. “reati di pericolo”, la cui contestazione si circostanzia anche per la potenziale lesione del bene giuridico tutelato, come nel caso di specie corsi d’acqua e mare.

Si è provveduto altresì a notiziare l’Arpa Puglia-Dipartimento di Foggia per i controlli di propria competenza.

Le attività di repressione in materia di tutela dell’ambiente marino, poste in essere dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia, continuerà con uguale incisività, anche in previsione della corrente stagione estiva, atteso che la salubrità delle acque e la tutela dei cittadini da qualsivoglia forma di inquinamento rappresentando beni da preservare a qualunque costo.

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