Omicidio Nardella, polizia Manfredonia arresta 21enne

Importante operazione degli agenti del Commissariato di Manfredonia: a conclusione di complesse indagini, a seguito dell’omicidio a scopo di rapina di

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Importante operazione degli agenti del Commissariato di Manfredonia: a conclusione di complesse indagini, a seguito dell’omicidio a scopo di rapina di Mario Nardella – avvenuto a Vieste l’11 Novembre 2014 – concordando con le risultanze investigative dell’Ufficio il G.I.P., è stato tratto in arresto Amin Er Raouy, di anni 21, viestano di origini marocchine, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia – Dr.ssa Rita Pasqualina Curci – su richiesta del PM- Sost.Proc. Dr.ssa Paola Palumbo-; la medesima ordinanza è stata notificata in carcere all’omicida Silvio Stramacchia al quale, oltre all’omicidio di Mario Nardella, è stato contestato un ulteriore tentativo di rapina effettuato qualche ora prima dell’omicidio, in danno di un altro esercizio commerciale di Vieste, anch’esso dedito alla vendita all’ingrosso ed al dettaglio di bevande.

 La sera dell’undici Novembre 2014 Stramacchia Silvio, verso le ore 18,45, faceva irruzione, armato di un grosso coltello da cucina, nell’esercizio commerciale di Nardella Mario, che opponeva stregua resistenza al fine di evitare l’asportazione dell’incasso quotidiano. Nell’occorso lo Stramacchia pugnalava la vittima al torace che, poco più tardi spirava presso il Pronto Soccorso di Vieste.

Nei pressi della scena del crimine si trovava personale del Commissariato P.S. di Manfredonia e della Sottosezione PolStrada di Vieste che, dopo un lunghissimo inseguimento, assicurava alla Giustizia lo Stramacchia liberatosi nel corso della fuga del coltello e del passamontagna, bloccandolo in via Umberto Giordano quasi sulle scalette che immettono su via Verdi. Nei successivi interrogatori innanzi al pubblico ministeroed alla presenza del difensore, lo Stramacchia aveva cercato di giustificare il grave episodio delittuoso con un incidente avvenuto nel corso della perpetrazione della rapina, e non aveva parlato di eventuali complici; le sue dichiarazioni non avevano convinto gli inquirenti.   stramacchia

Le indagini successive hanno da un lato confermato la non veridicità del racconto dell’indagato, quanto all’accidentalità del fendente inferto alla vittima, dall’altro la presenza sul posto di un complice individuato successivamente in Er Raouy Amin. Nel corso dell’attività tecnica l’arrestato faceva ripetutamente riferimento al suo complice “marocchino”, sospettato addirittura di averlo venduto alla Polizia, raccontando le fasi salienti dell’atto delittuoso e la sua presenza sul posto; alla luce delle indicazioni offerte dalla captazione gli investigatori individuavano il complice dell’omicida in Er Raouy Amin, abitante nei pressi del luogo dell’arresto di Stramacchia Silvio, facendo ritenere che l’omicida non si stesse recando sulla scena del crimine bensì a casa del complice, ove aveva lasciato i suoi vestiti.

Altre captazioni telefoniche confermavano che Silvio non era solo al momento della rapina e che Er Raouy Amin si era allontanato da Vieste per sfuggire alla cattura della Polizia, recandosi dapprima in Abruzzo, poi in Veneto, ove aveva dei punti di appoggio presso alcuni suoi familiari.
Successivamente gli investigatori acquisivano alcune importanti testimonianze, tra l’altro assolutamente credibili, che fornivano importanti elementi al fine della piena ricostruzione della vicenda. Un testimone in particolare si trovava in prossimità del luogo dell’omicidio.

Alla luce del quadro investigativo ha ritenuto il G.I.P. che vi fossero gravi indizi di colpevolezza a carico di Er Raouy Amin, in ordine alla partecipazione alla rapina ed all’omicidio di Nardella Mario; egli ha fornito materialmente il coltello per uccidere la persona offesa, ha stazionato nei pressi della rivendita della vittima, fungendo da palo, nascondendo gli indumenti del complice in un vano nella sua disponibilità.

I fatti gli vengono contestati a titolo di concorso ordinario e non di concorso anomalo. Ieri in Jesolo, dopo complessa attività investigativa veniva arrestato da agenti del Commissariato di Manfredonia, diretti dal Primo Dirigente Agostino De Paolis ed appositamente giunti in Veneto, unitamente a colleghi del Commissariato della Polizia di Stato di Jesolo, diretti dal Vice Questore Aggiunto Dr. Giuseppe Cerni, veniva arrestato dopo un lungo pedinamento dei suoi familiari in quella piazza Manzoni senza che potesse opporre resistenza alcuna.

La medesima ordinanza di custodia cautelare veniva notificata in carcere al correo Stramacchia Silvio, al quale, come detto, viene contestato un ulteriore tentativo di rapina posto in essere a non più di un centinaio di metri dal luogo dell’omicidio, a non più di un’ora prima dell’evento principale, avente quale obiettivo un identico esercizio commerciale, anch’esso dedito alla vendita all’ingrosso ed al dettaglio di bevande.

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