Nulla di fatto per la vicenda della Clinica San Michele di Manfredonia, dopo il tavolo prefettizio di ieri i lavoratori dovranno aspettare ancora per
Nulla di fatto per la vicenda della Clinica San Michele di Manfredonia, dopo il tavolo prefettizio di ieri i lavoratori dovranno aspettare ancora per 30 giorni. Si è dunque concluso con una proroga il vertice con il Prefetto Tirone a cui ieri pomeriggio hanno preso parte l’amministratore delegato della struttura, Potito Salatto, il sindaco di Manfronia Angelo Riccardi, le rappresentanze sindacali, e i direttori sanitario e amministrativo della Asl, Pacilli e Pagliafora insieme alla responsabile del personale Annamaria Gualano. Assente il direttore generale Manfrini. La vicenda della clinica del Gruppo Daunia Medica, cha fa capo al dott. Salatto, si annoda attorno al braccio di ferro tra operatori della sanità privata e Asl provinciale sulla questione del tetto di spesa, cioè la soglia entro la quale il Sistema Sanitario Nazionale rimborsa le prestazioni erogate. Sulla somma del rimborso si è abbattuta purtroppo una imponente mannaia che anno dopo anno ha reso estremamente difficile mandare avanti l’attività aziendale. Risultato: oggi per 50 lavoratori e’ stato avviato l’iter di pre licenziamento collettivo. Al momento le speranze di una più equa distribuzione delle risorse sono legate all’intervento dell’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, chiamato a risolvere la questione a seguito della decisione delle strutture sanitarie private di non firmare il contratto per il 2014. Come ha sottolineato il dott. Salatto: “Il tetto di spesa congruo in linea teorica era fissato a 2milioni e 400mila euro, poi ci siamo trovati con 2milioni e 100mila euro, nel primo caso perdevamo 300mila euro l’anno, adesso ne perdiamo 500mila”.
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