4/3/1943 non ha bisogno di presentazioni, dato che è una delle dieci canzoni italiane più belle di sempre. Con essa Dalla, allora ventottenne, arri
4/3/1943 non ha bisogno di presentazioni, dato che è una delle dieci canzoni italiane più belle di sempre. Con essa Dalla, allora ventottenne, arrivò terzo a Sanremo nel 1971, inaugurando un nuovo corso della sua carriera, vincendo inoltre il premio del miglior testo assegnato da una giuria presieduta da Mario Soldati. Ad accompagnarlo sul palco c’era l’Equipe 84, che in seguito incise una sua versione del brano. Dietro ogni canzone si nascondono storie, ricordi, immagini e curiosità. Vediamo insieme, le cinque cose da sapere su questo capolavoro senza tempo.
Il testo è di Paola Pallottino, figlia del più grande etruscologo italiano, che all’epoca era operatrice nel mondo della pubblicità e poetessa dilettante, divenuta poi docente di Storia dell’illustrazione al DAMS di Bologna. Il titolo è la vera data di nascita di Lucio Dalla. 4-3-1943 racconta la storia di una ragazza di sedici anni che rimane incinta di un soldato alleato che poi morirà in guerra. Anche la ragazza, che crescerà da sola il figlio, avrà vita breve. A ricordare la sua storia è lo stesso figlio, chiamato ancora in età adulta Gesù bambino
La canzone ha avuto tre versioni: quella originale, quella di Sanremo censurata e quella registrata sul leggendario Banana Republic del 1979, realizzato con De Gregori. Nel testo originale l’epilogo della storia era “e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino”. Dopo una breve trattativa con i dirigenti della Rai il verso fu trasformato in “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”. Anche il titolo Gesùbambino, giudicato irrispettoso, fu cambiato all’improvviso prendendo spunto dalla data di nascita di Lucio, pur non essendo una canzone autobiografica.
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