La Squadra Investigativa del Commissariato di P.S. di Manfredonia ha dato esecuzione ieri ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Fabi
La Squadra Investigativa del Commissariato di P.S. di Manfredonia ha dato esecuzione ieri ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Fabio Vero, di 19 anni, Matteo Spagnuolo, di 21, e di un minore. L’accusa per i tre indagati è quella di “rapina aggravata in concorso e porto abusivo di armi“.
I fatti risalgono al 15 gennaio scorso quando gli agenti del Commissariato sono intervenuti in un salone da barba, sito nel II° piano di zona, dove in un primo momento era stato segnalato un tentativo di rapina. Gli agenti intervenuti provvedevano a raccogliere le prime testimonianze delle persone che avevano assistito al tentativo di rapina, in particolare da un cliente che era presente all’interno del salone da barba al momento dell’irruzione dei malviventi; questo poichè il titolare, in evidente stato di shock, in un primo momento non era stato in grado di fornire alcuna indicazione riguardo alla descrizione dei malviventi, nè di dire se gli era stato asportato qualcosa durante la rapina. L’uomo è ricorso alle cure del 118 a causa di una ferita al collo.
Le prime informazioni utili, per l’immediato prosieguo delle indagini, sono state apprese, dagli agenti, dal cliente presente al momento dei fatti; lo stesso descriveva i malfattori come giovani dall’apparente età di circa 30 anni, alti e palestrati ed inoltre indossavano dei giubbotti scuri. Da qui veniva diramata la descrizione dei malviventi a tutte le pattuglie presenti sul territorio che veniva perlustrato palmo a palmo, soprattutto nella zona limitrofa.
Poco dopo una pattuglia intercettava due giovani poco lontani dal luogo della rapina, anche se non corrispondevano alle descrizioni dei rapinatori e non indossavano gli abiti descritti dal testimone, gli agenti procedevano alla loro identificazione e notavano che uno di questi aveva un giubbotto di colore verde, dopo un controllo sommario gli stessi venivano rilasciati e le ricerche proseguivano per individuare i giovani descritti dal testimone. Nel frattempo personale della Squadra di P.G. effettuava un sopralluogo nei dintorni del salone da barba, oggetto della rapina, per verificare l’eventuale presenza di telecamere che avrebbero potuto riprendere i malfattori.
Solo nel tardo pomeriggio gli agenti della Squadra di P.G. riuscivano ad acquisire le immagini di una telecamera sita nei pressi del luogo della rapina. Da una attenta analisi delle immagini gli agenti accertavano che poco prima della consumazione della rapina, nei pressi del barbiere, erano stati riprese tre persone tra le quali Matteo Spagnuolo, il cliente presente al momento della rapina.
Uno degli altri due individui, di giovane età indossava un vistoso giubbotto verde. Si risaliva, pertanto ai due giovani controllati dopo la rapina e rilasciati. Gli agenti del Commissariato di Manfredonia accertevano inoltre che il citato Spagnuolo, dopo aver effettuato un sopralluogo, entrava nel salone da barba mentre i suoi complici si andavano a posizionare nelle vie limitrofe. Dopo qualche minuto, rapidamente facevano irruzione nel salone da barba dileguavandosi subito dopo nelle campagne limitrofe. Agli agenti appariva ormai ovvio che Matteo Spagnuolo, oltre a conoscere i rapinatori, per sviare le indagini, aveva volutamente dato una descrizione forviante dei rapinatori.
Le indagini venivano indirizzate verso lo stesso Spagnuolo; questi, lo stesso pomeriggio della rapina, era stato controllato nei pressi di una sala giochi mentre era in compagnia di Fabio Vero, il minore tratto in arresto ed altri due soggetti. La mattina successiva, nonostante il persistente stato confusionale, il titolare del salone da barba iniziava a dare un contributo alle indagini fornendo una descrizione esatta dei rapinatori, coincidente con quella di Fabio Vero e del minore; inoltre denunciava che uno dei rapinatori, con la minaccia di un coltello, gli aveva strappato dal collo una collanina in oro. In sede di denuncia la vittima dei fatti ha poi fornito una descrizione minuziosa della collana asportatagli che aveva due ciondoli: uno raffigurante il numero “ 13 “ ed un crocifisso con zirconi. Gli agenti, a questo punto ipotizzando che la collana dopo la rapina potesse essere stata venduta in uno dei numerosi compro-oro presenti in città, si facevano dei controlli riuscendo a rintracciare la collana rapinata al barbiere in uno di questi. La collana è stata sequestrata e posta in visione al legittimo prorietario che la riconosceva senza ombra di dubbio.
Nel prosieguo delle indagini gli agenti accertavano che la collana era stata portata al compro-oro, dal minore che aveva partecipato alla rapina e da un terzo soggetto controllato poco prima insieme ai rapinatori ed a Spagnuolo. In più una delle telecamere poste nelle vicinanze del compro-oro riprendevano il momento in cui il minore consegnava al ricettatore la collana.
Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza emersi a carico degli indagati nel corso dell’attività di indagine, il Sostituto Procuratore del Tribunale di Foggia, dottoressa Pensa e il Sostituto Procura del Tribunale per i minorenni di Bari, dottoressa Spagnuolo richiedevano ed ottenevano i provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati. Dopo le formalità di rito Spagnuolo Matteo e Vero Fabio, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre il minore è stato condotto nell’istituto per minori di Bari; gli arrestati nei prossimi giorni verranno interrogati dai G.I.P. che hanno emesso l’ordinanza di custodia cautelare.
“Con l’operazione odierna gli inquirenti hanno stroncato sul nascere una baby-gang dedita alla consumazione di rapine, che nonostante la giovane età, i componenti hanno mostrato una particolare efferatezza e spregiudicatezza nel compiere la rapina con un coltello, in pieno giorno per di più in danno di un commerciante indifeso.”
L’operazione ha consentito di ricostruire l’intera dinamica criminale con l’individuazione dell’organizzatore della rapina, dei due esecutori materiali e del ricettatore che è stato deferito all’A.G.
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