Aveva conosciuto la sua vittima nel 2014, frequentando il bar di un’area di servizio sulla Statale 89 dove la donna lavorava come cassiera, da allora
Aveva conosciuto la sua vittima nel 2014, frequentando il bar di un’area di servizio sulla Statale 89 dove la donna lavorava come cassiera, da allora non aveva passato giorno senza appostarsi nei pressi del locale per osservare tutti i suoi movimenti. Noufou Bara, 33enne del Burkina Faso, aveva messo in atto tutto il repertorio delle condotte persecutorie, dai lunghi appostamenti all’interno del bar, al tentativo di entrare nell’auto della donna mentre era alla guida fino al tentativo di baciarla dopo essersi introdotto nell’area di servizio dopo l’orario di chiusura, episodio per il quale Bara era stato arrestato e la donna tratta in salvo da una pattuglia delle forze dell’ordine che si trovava in zona. Ma nel giugno dello stesso anno, una volta tornato in libertà, l’uomo aveva ripreso a tormentare la sua vittima quotidianamente, appostandosi all’interno del bar anche per tutta la durata del suo turno e costringendola a rimanere rifugiata in ufficio senza poter assolvere alle sue mansioni. Il gestore dell’area di servizio aveva provato ad allontanare il molestatore, ma senza alcun risultato e così la donna, per tutelare l’incolumità propria e quella del bambino che portava in grembo, si è rivolta ai carabinieri. Bara, già destinatario di un ordine di espulsione emesso dal Prefetto di Pordenone, è stato processato per direttissima e d’ora in poi dovrà rispettare il divieto di avvicinamento impostogli dal giudice.
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