La festa di San Lorenzo Maiorano

Numerosi  sono gli studiosi, storici,  cultori locali e non, che si sono cimentati e che tuttora sono impegnati nello studio di San LORENZO MAIORANO,

Ministero della Salute: Le 44 aree d’Italia più inquinate e a rischio tumori
Coldiretti Puglia ha un nuovo presidente: è Alfonso Cavallo
Puglia tra Regioni Ue con gap occupazionale di genere più alto

Numerosi  sono gli studiosi, storici,  cultori locali e non, che si sono cimentati e che tuttora sono impegnati nello studio di San LORENZO MAIORANO, Patrono della Città di Manfredonia, insieme alla Madonna di Siponto.
NOTIZIE STORICHE. Al Santo vescovo di Siponto  è legato il  culto di S.Michele Arcangelo sul Gargano, divenuto nel tempo meta di pellegrinaggio di santi, cavalieri (prima di imbarcarsi per la Terra Santa), religiosi, studiosi e  devoti. Il culto Micaelico risalente al V-VI sec. fu subito un rapporto privilegiato con i Longobardi, biondi guerrieri che identificarono in lui il capo delle schiere angeliche , difensore dei diritti di Dio. Nel tempo, francesi,  tedeschi, inglesi, irlandesi, percorrendo la “Via Francesca” o “Francigena” (dalle regioni settentrionali della Francia si portavano a Roma e dal centro della Cristianità tramite la via Francesca del Sud giungevano nel misterioso santuario ipogeo di San Michele Arcangelo in Monte S.Angelo.

Apparizione San Michele (Dipinto di Cesare Nebbia )

La figura di San Lorenzo Maiorano chiamato santo perché in quel tempo, era il titolo onorifico di “Sanctus” che veniva dato a tutti i vescovi, secondo la tradizione fu vescovo di Siponto per oltre un cinquantennio, dall’ultimo decennio del V sec. alla prima metà del  VI sec. Nelle biografie del nostro Santo, sono state scritte numerose “Vitae”, ma quelle conosciute, pubblicate dall’amico-collega Nicola Ciociola in un interessante articolo dedicato a San Lorenzo Maiorano, e apparso sul “Corriere del Golfo e del Gargano”  del 14 febbraio 2004, sono le seguenti: “Vita I” o “Vita Maior”; “Vita II” o “Vita Minor”; – “Vita  Metrica: in due esemplari quasi simili. Le prime sono interamente in prosa e sono riportate negli “Acta Sanctorum”, facilmente consultabili presso una benfornita biblioteca civica.
La “Vita Metrica” è divisa in diversi capitoli, denominati: Caput I – S.Laurenti electio ad episcopatum: Caput II  – Allatae a beo sipontum reliquiae; Caput III – S.Michaelis opere lata victoria; Caput IV – Miracela, aedificia, obitus. La “Vita II” è riportata  sempre nei capitoli e nella maniera seguente: Caput I – S.Laurenti laurentius sipontinus datus episcopus; Caput II – Victoriam obtinet, futura praedicet;  Caput III – Tyrannus miraculo placat: moritur”. I capitoli in cui è divisa la “VITA METRICA”  sono i seguenti: Ad vesparas; ad Magnificat ; In II nocturno; – In III nocturno; Ad laudes. La vera novità, a questo proposito, è rappresentata dal  ritrovamento presso alcune biblioteche romane di altre versioni delle “VITA LAURENTI”. Queste altre “Vitae” sono state per la prima volta trascritte dalla dott.ssa Tiziana Cavallo nella sua splendida tesi di laurea di letteratura cristiana medievale dal titolo: “Agiografia laurenziana”: le vite di San Lorenzo Vescovo di Siponto.

La Sacra Statua di San Lorenzo Maiorano con  antichi paramenti fatti indossare prima della solenne processione. (2^ foto)

Sarebbe interessante organizzare un convegno sulla figura storica di San Lorenzo Maiorano, superando prima di tutto, ataviche e stupide rivalità campanilistiche, con studiosi di livello per meglio comprendere questa importante pagina agiografica locale. Il 7 febbraio 1270, pochi anni dopo la  fondazione della  Città di Manfredonia, l’arcivescovo Giovanni Freccia da Ravello, ponendo la prima pietra per la costruzione del Duomo in onore del “Santo” vescovo Lorenzo Maiorano fece trasferire in esso da Siponto le reliquie del Santo.
Tra gli arcivescovi  a cui va il merito di aver valorizzato la figura di San Lorenzo, meritano citazioni l’arcivescovo Giovanni XVI De Lernia (1708-1725), che fece deporre in una cassetta di piombo sotto l’altare maggiore della Cattedrale di Manfredonia le reliquie del Santo Patrono della Città; e l’arcivescovo Francesco Rivera  (1742-1777), che ripristinò la festa in onore del Santo dandole il nome di festa del “Pastor Bonus”. Non vanno certamente dimenticati gli studi e la pubblicazione dell’arcivescovo Valentino Vailati, dotto prelato dei nostri tempi, che ha dedicato a San Lorenzo Maiorano, una sua pubblicazione intitolata: “San Lorenzo Maiorano-Vescovo e protagonista nella storia di Manfredonia”, ed infine  gli studi accurati pubblicati in un  libretto dell’amico sac. Luigi Carbone dal titolo “La vita di San Lorenzo Maiorano”.
RITO DEL NOVENARIO E DELLA VESTIZIONE DEL SANTO. Per il rito del Novenario, che ha luogo in cattedrale, nove giorni prima della Festa del Santo Patrono, la sera  prima dell’inizio della “Nuoje” (Novena), la sacra statua viene traslata dalla sua nicchia del suo altare, pulita e vestita con antichi paramenti sacri alla presenza del cerimoniere. Dopo il rito della vestizione il Santo viene esposto alla venerazione dei fedeli sul  trono a destra sull’altare maggiore.

Cattedrale. Vestizione della Sacra Statua di San Lorenzo Maiorano. Nella foto don Antonio di Candia, intento alla vestizione del santo alla presenza del sacrestano della Chiesa Madre  (3^ foto)

Tra i paramenti sacri antichi conservati gelosamente in cattedrale, dei quali la Sacra Figura di S.Lorenzo fa sfoggio in occasione della sua celebrazione sono quelli donati da Papa Benedetto XIII, (già fra Vincenzo Maria  Orsini, attivo arcivescovo di Manfredonia dal 7 maggio 1675 al 20 giugno 1680), dopo la sua elezione al soglio pontificio, avvenuta il 29 maggio 1724. Altri pregiati paramenti sacri che  vengono utilizzati per la sua vestizione in occasione della sua Solennità, sono quelli degli arcivescovi  di Manfredonia Paolo Teutonico (1649-1651); Giovanni de Lernia (1706-1725); Vitangelo Salvemini (1832-1854); Vincenzo Tagliatatela (1854-1879); conservati in Cattedrale.
LA PROCESSIONE IN ONORE DEL SANTO PATRONO. La  processione in onore di S.Lorenzo Maiorano, come affermava nei suoi scritti di fine Settecento lo storico Matteo Spinelli era “devotissima e ragguardevole”.In detta processio-  ne continua lo Spinelli nella sua descrizione:  “…l’Arcivescovo pontificalmente vestito monta su di un cavallo vestito alla reale, e viene menato sotto il Pallio, ossia Baldacchino, portando egli con la mano destra l’ostensorio d’argento indorato e gemmato, ove è riposto un osso de braccio del Santo Vescovo Lorenzo.Una tal funzione è divota, perché rappresenta il mistero del Santo Vescovo, quando andò all’accampamento di Totila, altrettanto è nobile, perché si solennizza con grande dispendio della cassa pubblica e della pietà dei Cittadini, concorrendo ad ammirarla i popoli di tutti i luoghi delle convicine regioni….”. “…Ed infatti, essendo menato l’arcivescovo pontificalmente vestito su un cavallo coperto alla reale sotto il Baldacchino, gli si fa mobilissima corona dai Vescovi suffraganei, dalle Dignità e Canonici della Chiesa Metropolitana, dagli Abati  mitrati, dai Mansionari, dagli arcipreti e Beneficiati tutti dell’Arcidiocesi, che lo precedono ordinatamente nella processione…”.”…Per inventariata usanza il Capo dei  Magistrati ed il Regio Governatore portar devono in mano le redini di seta delle Briglia del cavallo, ed i Consiglieri del Parlamento portar devono le aste del Baldacchino…” (Spinelli,Op.Cit.Vol.- 617-619).
Il rito religioso in onore di S.Lorenzo Maiorano celebrato sempre  con molta solennità il 7 febbraio (giorno della sua morte) anche nell’’800 e poi nel ‘900 fino alla fine degli anni ’60 (al tempo dell’arcivescovo Andrea Cesarano) si è tenuto sempre in pompa magna. In quel giorno come da antica tradizione, all’ora convenuta (mattina) scandita dal suono delle campane, dopo il pontificale in Cattedrale, i  sipontini smettevano di lavorare e  seguivano in processione il Santo Patrono portato a spalla per le vie cittadine, mentre in una urna venivano portate dal vescovo della Città le reliquie del Santo. Nell’’800 la processione solitamente si teneva tra le 9,30 e le 11,00: mentre in alcune occasioni ha avuto luogo  a mezzogiorno. Solo nel 1831, 1832 e 1836 si è tenuta nel pomeriggio.
Al solenne rito processionale hanno sempre partecipato l’arcivescovo di Manfredonia, il clero sipontino, le congreghe delle chiese del Carmine, Croce, S.Francesco, S.Domenico,  S.Matteo e numerosi fedeli. Tre giorni prima della Festa nel Duomo, si tengono i Vespri. Dal 1864 al tempo del M° Lupo, M° Direttore del civico concerto cittadino, la Banda oltre al servizio mattutino per le vie principali  cittadine, era altresì impegnata nella “Messa in musica” che si celebrava in cattedrale e poi si esibiva dietro la settecentesca  Statua di S.Lorenzo (da poco finemente restaurata) durante la processione.
Anche nel 1900, il 7 febbraio Festa di S.Lorenzo Maiorano, la Banda cittadina è stata impegnata (lo è tuttora) nel servizio mattutino per le vie principali della Città e poi durante la solenne processione, che fino al 1919/20 si teneva  tra le 11 e le 11,30, dopo il Pontificale in Cattedrale.

 
false

COMMENTI

WORDPRESS: 0