Aggiornata al 28 gennaio 2015, alle ore 15, la convocazione plenaria al MISE di Roma. Stamani, allo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, si è
Aggiornata al 28 gennaio 2015, alle ore 15, la convocazione plenaria al MISE di Roma. Stamani, allo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto un tavolo alla presenza delle segreterie nazionali dei sindacati. Sindacati che hanno ribadito la necessità del Commissariamento straordinario del Gruppo anche in considerazione di un fascicolo d’indagine (con acquisizione di dati in corso anche dei Carabinieri di Manfredonia) che evidenzierebbe – secondo gli stessi sindacati – “le difficoltà per l’attuale proprietà di continuare a gestire le aziende”.
Come detto, ieri, 20 gennaio 2015, i carabinieri di Manfredonia si sono diretti nello stabilimento Sangalli in area ex Enichem per acquisire della documentazione in seguito ad un esposto presentato da terzi (la presunta parte offesa non farebbe riferimento nè ai lavoratori, nè ai creditori, tantomeno ai sindacati). Dal momento che l’azienda, da fine dicembre 2014, ha fermato le produzioni, i carabinieri non hanno potuto acquisire la documentazione necessaria. Da qui, questo pomeriggio ci sarebbe stata una convocazione di terzi nella caserma della Compagnia locale.
Ritornando al tavolo del prossimo 28 gennaio al MISE di Roma, i sindacati dovrebbero ribadire la propria contrarietà al concordato in continuità, proposto dal Gruppo Sangalli, rappresentando questa ipotesi “una soluzione che non consentirebbe alcuna verifica, alcun controllo, alcuna possibilità di ritorno alla produzione per lo stabilimento della Manfredonia Vetro”.
“Questa soluzione – secondo i sindacati – potrebbe infatti originare lo svuotamento dei magazzini e dell’asset aziendale. L’azienda si è impegnata in due azioni: 1) il cambio del management, del cd governo della società, con fuoriuscita del patron Giorgio Sangalli, 2) il concordato in continuità tanto per il sito di San Giorgio di Nogaro quanto per quello di Manfredonia. Ma ripetiamo, con questa soluzione – dunque il concordato in continuità – l’impianto di San Giorgio di Nogaro (UD) continuerà a produrre, mentre quello di Manfredonia – essendo attualmente fermo in seguito allo spegnimento del forno di produzione ed alla mancanza di nuovi fondi per il rifacimento – sarà destinato allo svuotamento dei magazzini per fare cassa con il perdurare dello stato di staticità delle produzioni”.
false
COMMENTI