In Puglia sbarcano le bare made in Cina. Casse da morto realizzate da manodopera asiatica, con un costo competitivo sul mercato delle onoranze funebri
In Puglia sbarcano le bare made in Cina. Casse da morto realizzate da manodopera asiatica, con un costo competitivo sul mercato delle onoranze funebri. La notizia è curiosa e allarma i potenziali «utenti» e chissà se, anche da morto, qualcuno possa essere deposto in lastre di legno impregnate da vernice tossica.
È solo una ipotesi. Le bare giungono dalla Cina, poiché è cambiato il costo di gestione del funerale: è low-cost. Quindi, sono finiti i tempi in cui poter lucrare. Oggi è in crisi anche il mercato dei trapassi. In terra di Bari e in Puglia, comunque, giungono casse provenienti dalla Romania, Cina, Africa e Repubblica Ceca. Le agenzie funebri non hanno l’obbligo di informare il cliente sulla provenienza della bare, quindi hanno piena libertà commerciale.
«C’è una forte concorrenza sul mercato dei cofani funebri – spiega Nicola Cassano, amministratore della Cassano Cofani S.r.l. – e i costi del materiale che giunge da paesi asiatici ed extraeuropei è inferiore al nostro. Una bara costa dai 120/140 euro, pesa meno della nostra, il legno è di pessima qualità. Non c’è paragone, insomma. in Puglia , alcune aziende leader nella produzione di casse hanno dismesso l’attività produttiva, proprio per colpa di un mercato competitivo. Non si tratta di metterci solo salme. C’è la responsabilità morale di un mestiere che, per diverse ragioni, deve avere uno standard di qualità. Bisogna proteggere gli affetti e il dolore di una famiglia. L’onestà è un elemento fondamentale per esercitare un professione complessa. Quindi, io prediligo le bare realizzare da aziende locali e con un standard di qualità».
L’art. 30 del DPR 285/90 sulla realizzazione delle casse prevede, inoltre, di impegnare materiali di qualità atti al trasporto dei cadaveri, che devono assicurare la resistenza per il necessario supporto del corpo e l’impermeabilità del feretro. Il criterio base è che ogni parete deve essere costituita da tavole di un solo pezzo nel senso della lunghezza e saldamente congiunte. Il Regolamento di Polizia Mortuaria prevede che tutti i cofani funebri debbano prevedere all’esterno il marchio della ditta costruttrice a garanzia degli standard sanitari e costruttivi come disposto dal Ministero della Salute. A molti, però, sfugge la verifica della qualità delle bare. Ed ecco, dunque, dove si nasconde il l’affare.
Morire è diventato un lusso. È di circa 5/7mila euro il prezzo medio per l’estremo addio, tra feretro, carro funebre, certificato di decesso, personale d’assistenza, annunci mortuari, corone di fiori, cerimonia in chiesa, con offerta annessa, lapide e concessione del loculo al cimitero. Un conto salatissimo, che ha registrato un’ impennata di costi, molti dei quali eccessivi. La crisi e la scarsa liquidità. Ecco allora che spuntano un po’ dappertutto offerte e pacchetti per esequie low-cost. Sì, perché anche quello delle imprese funebri è un mercato competitivo che richiede di stare al passo con i tempi.
Con la legge Bersani sono aumentate le agenzie di onoranze funebri. Molte dei quali senza una adeguata esperienza. Il marketing aiuta di sicuro i novelli imprenditori di morti, magari farsi pure un pò di promozione, con quella giusta dose di sarcasmo. I più astuti si sono affidati a società di comunicazione, altri invece lavorano sulla base della loro affidabilità commerciale. Prima, insomma, i costi del funerale si saldavano la sera, cioè a cerimonia ultimata. Oggi il pagamento è ha rate. E ancora. Atri utilizzano la forma del finanziamento bancario o della finanziaria. E c’è chi a Bari utilizza le cambiali.
È in continuo aumento. Ricorrere alla cremazione permette di abbattere i costi cimiteriali: per una tomba si spende mediamente sui 3/4 mila euro. Stessa cifra per i loculi: a Bari, ad esempio, si spendono 3 mila euro. Il funerale con la cremazione ti porta a risparmiare perché spesso le ceneri si possono collocare nel loculo o nella tomba di un familiare, con una serie di risparmi. C’è anche, però, chi si tiene le ceneri del caro estinto in casa. La tendenza è in aumento. Nel 2013 a Bari, unico impianto di cremazione in Puglia, 850 sono state le cremazioni eseguite al costo di 589euro. Un vero affare.
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