Otto lavoratori socialmente utili ed altre due persone che con loro hanno concorso nel reato sono stati denunciati da personale dipendente per truffa
Otto lavoratori socialmente utili ed altre due persone che con loro hanno concorso nel reato sono stati denunciati da personale dipendente per truffa aggravata ai danni dello Stato; gli stessi, che avrebbero dovuto essere a lavoro, così come constatava il badge timbrato, al blitz della Polizia sono risultati reiteratamente assenti.
L’operazione di Polizia veniva predisposta al culmine di un’attività investigativa che aveva fatto emergere come diversi L.S.U. (gran parte dei quali addetti alla manutenzione del verde pubblico cittadino) in servizio presso il Comune di Manfredonia, erano soliti assentarsi durante l’orario lavorativo e che era divenuta ormai consuetudine far timbrare il proprio badge ad altri L.S.U. od addirittura a parenti ed amici, mentre il Socialmente Utile si recava a fare tutt’altro, lavori extra, passeggiate sul corso o esercizio abusivo di attività commerciali.
I lavori socialmente utili vennero introdotti all’inizio degli anni novanta del XX secolo, al fine di utilizzare i lavoratori provenienti dalle medie e grandi imprese ai quali veniva erogata la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria dalle casse dello Stato, decidendo, a fronte del costo sostenuto, di adibire tali lavoratori ad attività rivolte alla collettività (cosiddetti socialmente utili) presso i comuni di residenza, utilizzandone le professionalità e capacità lavorative. In seguito, i lavori socialmente utili sono stati estesi anche ai lavoratori in mobilità ed ai disoccupati di lunga durata.
Nella giornata di ieri sono scattati i controlli volti ad accertare i casi più eclatanti di assenteismo, dopo che già nei giorni scorsi alcuni L.S.U. erano stati immortalati ad es. a commercializzare fichi d’india, invece di lavorare presso la locale scogliera Acqua di Cristo. Scattato il blitz ed acquisito il foglio di timbratura, si iniziavano i controlli sui posti di lavoro dei soggetti interessati, senza tralasciare un servizio di avvistamento ai dispositivi di timbratura.
Il primo ad essere rintracciato era proprio il venditore di fichi d’india; invece di trovarsi a pulire la scogliera si trovava al bar (lontano dal luogo del presunto lavoro) in compagnia di amici, vestito elegantemente non con abiti usuali per chi effettua un servizio di pulizia. L’uomo tra l’altro, come diversi altri personaggi controllati, risultava già interessato da procedimenti disciplinari riguardanti assenteismo e mancate obliterazioni del cartellino personale.
Ma mentre il venditore di fichi d’india sorbiva il caffè in zona periferica, altri due suoi “colleghi di lavoro”, entrambi vestiti con abiti distinti, erano intenti a passeggiare lungo Corso Manfredi, dopo aver consumato il caffè in un centralissimo bar , non disdegnando di curiosare nelle vetrine dei negozi presenti; avevano obliterato il cartellino qualche ora prima ed il posto di lavoro si trovava da tutt’altra parte, i due si lamentavano per il controllo in pieno centro asserendo che stavano subendo un danno di immagine e che avrebbero chiesto i danni dimenticando che ad essere danneggiati erano i cittadini le cui tasse andavano in parte a coprire i loro stipendi.
Altro collega invece che effettuare le pulizie del parco giochi presente nella zona C/10 stava “lavorando”, ma per davvero, in qualità di fabbro, nella parte opposta della cittadina Garganica; altro L.S.U. invece di trovarsi come da ordine di servizio presso la scogliera Acqua di Cristo veniva rintracciato in un centro scommesse.
Ma anche un L.S.U. addetto alla pulizia del parco giochi presente vicino il cimitero era assente, dal posto di lavoro ed anzi si era recato a Foggia con il figlio dove gestisce una pescheria; a timbrare il badge presso il Municipio ci aveva pensato la moglie.
Stesso dicasi per l’ennesimo socialmente utile che risultava aver timbrato l’ingresso verso le sette e poi l’uscita verso mezzogiorno presso il locale Cimitero; l’ordine di servizio prevedeva che dovesse curare il verde del terzo circolo, ossia la scuola elementare De Santis; in quel luogo i Poliziotti hanno suscitato l’ilarità dei collaboratori scolastici in quanto, notato che vi era un tubo per mezzo del quale si stavano innaffiando gli alberi del cortile si chiedeva ove si trovasse il lavoratore socialmente utile che si occupava della manutenzione del verde, credendo di aver trovato un caso in cui vi era un solerte lavoratore; i collaboratori scolastici asserivano che mai nessun socialmente utile si era visto per curare il verde bensì erano loro che a turno, volontariamente se ne occupavano, così come in quel momento stavano facendo. Contattato telefonicamente il L.S.U. preposto al compito svolto dai collaboratori scolastici, l’uomo raggiungeva i Poliziotti abbigliato e sporco di lavori di muratura. Egli non era nemmeno al corrente del luogo ove doveva svolgere le proprie mansioni, asserendo che, in alcuni casi, il pomeriggio si reca a fare le pulizie presso una villetta di Siponto.
Richiesto di esibire il badge rilasciatogli dal Comune di Manfredonia ammetteva che lo stesso era detenuto da un suo amico (dipendente di un’azienda che effettua lavori presso il citato Cimitero) il quale aveva timbrato per lui; si contattava quindi l’amico e si recuperava e sottoponeva a sequestro il badge.
Nel frattempo il servizio di appostamento continuato presso i luoghi di timbratura, in particolare quello presso Piazza del Popolo, permetteva di appurare che qualche L.S.U., all’atto della timbratura di uscita, timbrava, oltre al suo badge, anche quello di un suo collega che da più di un’ora era già stato controllato in Commissariato; si poteva costatare che anche l’orario di inizio attività dei due colleghi era il medesimo.
Le persone bloccate condotte in Commissariato venivano indagate in stato di libertà per la truffa aggravata, così come chi aveva timbrato il badge al posto dei titolari e, dopo gli accertamenti di rito, immediatamente rilasciate.
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