Piano aziendale Asl, Cittadinanzattiva: “San Camillo ancora e sempre discriminato”

Ancora una volta Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato non può esprimere un parere favorevole sull’operato del Direttore Generale, ing.

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Ancora una volta Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato non può esprimere un parere favorevole sull’operato del Direttore Generale, ing. Attilio Manfrini, ma deve mettere in evidenza il palese atteggiamento discriminatorio dello stesso.

L’associazione è rammaricata nel vedere, ancora una volta, discriminato il nostro nosocomio rispetto agli altri che fanno parte della Asl Fg.

E’ vero che un Direttore Generale può modificare quanto fatto dal suo predecessore, ma è anche vero che, come il Direttore Castrignanò, per l’approvazione della sua delibera n. 188 del 2012, interessò la Conferenza dei Sindaci, così avrebbe dovuto fare l’attuale Direttore, ing. Manfrini. A parere dell’associazione sembrerebbe quasi un voler trattare con sufficienza, o meglio con “menefreghismo”, un organo preposto anche a questo scopo.

Ormai, la popolazione sipontina ha ben compreso che l’unico obiettivo del D.G. è quello di cercare di “ridimensionare” (per non usare il verbo “chiudere”) il “San Camillo De Lellis”, per mettere a punto quel “giochetto” iniziato con il precedente assessore regionale alla sanità.

E’ impensabile che su 34 strutture complesse (ossia quelle che hanno dei primari) previste per gli ospedali, soltanto 6 siano attribuite a Manfredonia e si parli di strutture semplici per la radiologia, l’anestesia e rianimazione, il laboratorio analisi e la ginecologia, punti  importantissimi che devono, per un’ottima organizzazione e funzionamento, avere dei primari.

Inoltre, non ci si spiega il “declassamento” da struttura complessa a struttura semplice della ginecologia. Si è sempre parlato solo della chiusura dei punti nascita (ostetricia) per il mancato raggiungimento del numero di nascite (sul quale l’associazione avrebbe molto da dire, ma è stato già fatto ampiamente e non solo da Cittadinanzattiva, vedasi Sindaco e sindacato Cisnac).

L’ing. Manfrini potrebbe dare una spiegazione e reale motivazione circa tale chiusura? O la domanda rimarrà, come sempre, senza risposta?

Inoltre, dove non ci sono primari, non si potrebbe intervenire con la nomina di medici responsabili?

Per non parlare, poi, del pronto soccorso. Con un bacino di utenza così vasto, che, come Cittadinanzattiva ripete sempre, non comprende solo Manfredonia, ma anche il nord Gargano, non si può tollerare l’assenza di un primario portandolo da punto di urgenza-emergenza a  un semplice servizio di primo intervento.

Ancora, per quanto concerne il 118, più volte è stato chiesto dal Sindaco Riccardi l’apporto di una seconda ambulanza, visto che, proprio per il bacino di utenti, una sola non basta e,  il più delle volte, bisogna attendere tempi piuttosto lunghi, che mettono la vita dei cittadini a rischio, ma la risposta del D.G. Manfrini è stata quella di sopperire a questa carenza con un’altra auto-medica, a causa della spending review.

A tal proposito Cittadinanzattiva vorrebbe far notare al D.G. che i costi per un’ambulanza e due auto-mediche sono maggiori di quelli che comporterebbe avere due sole ambulanze.

 Evidentemente quanto si chiedeva non poteva essere realizzato, sempre per il “famoso progetto”!?

E’ davvero scandaloso vedere come questa azienda sia gestita da un dirigente che, invece di tutelare il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, non faccia altro che remare contro.

A questo punto Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato chiede all’ing. Manfrini un atto dignitoso: la REVOCA DI UNA DELIBERA TANTO ASSURDA E DISCRIMINANTE, nonché un incontro urgente con il nuovo assessore regionale, Dott. Pentassuglia, per discutere dell’attuale situazione del nostro presidio e dell’attuazione del Piano di riordino approvato dalla regione nel lontano 2012 e non ancora attuato.

L’associazione resta in attesa di un riscontro da parte dell’assessore regionale, persona disponibile e razionale

Comunicato stampa

Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti  del malato        

Avv. Eleonora Pellico    

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