Sequestro di pesca di frodo nel porto di Manfredonia. La guardia costiera sequestra un quintale di agostinelle. Alle prime luci dell’alba, i militari
Sequestro di pesca di frodo nel porto di Manfredonia. La guardia costiera sequestra un quintale di agostinelle.
Alle prime luci dell’alba, i militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia, diretta dal Capitano di Fregata Marcello Notaro, hanno svolto un’ennesima azione di repressione della commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura nel porto della città di Manfredonia.
Il fermo biologico è ormai vigente da lunedì, pertanto gli uomini della Capitaneria di Porto per prevenire e reprimere il fenomeno della pesca abusiva, hanno sequestrato ben oltre 100 chili di triglie al di sotto della taglia minima prevista dalla normativa nazionale vigente (11 centimetri).
Le triglie sottomisura, comunemente note come “agostinelle”, erano detenute, per la successiva commercializzazione, in quanto molto richieste da privati cittadini e ristoratori, malgrado sia oramai noto il divieto di pesca.
Un’operazione in favore della tutela del mare, per scoraggiare chi ancora pratica la pesca di pesci allo stato neonato che sono un importante anello della catena alimentare marina, in quanto favorisce la crescita di altre specie cosiddette pelagiche (di profondità e di più grosse dimensioni). Il risultato dell’operazione è stato attribuito alla tenacia degli uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia, che da alcuni giorni stavano effettuando una serie di mirati appostamenti, al fine di raggiungere l’obiettivo che oltre ad essere repressivo è anche un deterrente per gli altri pescatori di frodo, e si va ad aggiungere ad altro sequestro di circa mezzo quintale operato nel Mercato Rionale di Santa Restituta qualche giorno addietro.
Il pescato, dopo gli accertamenti sanitari effettuati dal medico del Servizio Veterinario dell’ASL FG Area B – Distretto di Manfredonia e su disposizione del Magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Foggia, è stato destinato alla distruzione mediante rigetto in mare, in quanto privo di documenti attestanti la rintracciabilità, e quindi non destinabile al consumo umano.
L’attività di repressione posta in essere dagli uomini del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera sipontina contro gli illeciti in materia di pesca e commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura proseguirà incessante anche nei prossimi giorni in tutta la provincia di Foggia, allo scopo di garantire il rispetto delle leggi e tutelare la salute degli inconsapevoli consumatori, attività che si va ad aggiungere agli ulteriori impegni della Guardia Costiera derivanti dalla corrente stagione estiva giunta oramai al culmine della sua evoluzione.
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