La SCIABICA è una pratica di pesca conosciuta fin dall’antichità. Tant’è che su alcune pitture tombali egizie, ceramiche fenice, cartaginesi e grech
La SCIABICA è una pratica di pesca conosciuta fin dall’antichità. Tant’è che su alcune pitture tombali egizie, ceramiche fenice, cartaginesi e greche è rappresentato questo tipo di pesca.
Credo che anche la stessa “Pesca Miracolosa” di cui narra il Vangelo di San Luca veniva praticata con un tipo di rete simile a quella utilizzata per la sciabica.
A Manfredonia la pesca a strascico a mano si svolgeva già nel ‘700.
Nel 1773, come si evince dal Libro Rosso dell’Università (Comune) di Manfredonia: “…la Città era provvista di tre barche sciabicote, di sei paranze e una Gaetana. I padroni delle sciabiche hanno l’obbligo di portare a vendere tutto il pesce a Manfredonia del primo e secondo “volo” (tirata di reti), per gli usi della grassa cittadina, e possono far trasportare e vendere altrove con licenza dei governanti, il pesce di altri voli…”..
Durante l’esercizio della sciabica “a Ssciabbeche”, un capo della rete legato “ai zoche” a corde, veniva mantenuto da alcuni pescatori che rimanevano sulla battigia della spiaggia, mentre gli altri guidati dal capo ciurma, con una barca, mossa in acqua da quattro rematori, portavano la rete legata al largo, (solitamente a 400 – 500 metri dalla costa) e al comando del capo ciurma “u chepe nagghjire”, calavano la rete in mare, formando un ampio semicerchio fino a ritornare a terra con l’altro capo della corda legata alla rete. Una volta messa ben in equilibrio, la rete veniva strascicata a mano a terra “au lìte” (con sei pescatori da una parte e sei dall’altra parte della rete).
Era una pesca considerata “povera”, perchè non si catturavano molti pesci ed era nel contempo molto faticosa, tenuto presente che le persone che la praticavano “i ssciabbecajule” erano persone anziane.
La barca a vela denominata “u sckiffe” utilizzata per recarsi sul posto dove dovevano pescare non superava i sette metri di lunghezza. A bordo veniva sistemata la rete “u tunne”, le corde “i zoche”, e prendeva posto il proprietario della sciabica e della barca e i più anziani dell’equipaggio “a chiorme” detta anche “cupagge”.
Gli altri sciabicoti, quando il sito dove dovevano pescare non era molto lontano si recavano “lìte lìte” (lido lido) a piedi.
La ciurma solitamente era composta da 12 pescatori più due ragazzi addetti ad avvolgere le corde delle reti. Alcune sciabiche, che si tenevano in posti di mare più impegnativi, partecipavano anche più pescatori.
La rete della nostra sciabica era strascicata a terra con una tirella (una corda legata a una fascia telata “imbraca” resistente detta “a pastore” che veniva messa a tracolla dal pescatore). Alla estremità della tirella veniva legata “a ròcele” un pezzo di sughero o legno che si avvolgeva intorno al cordame del braccio della rete “u bbrazze” per trainarla a terra a mò di spinte con il corpo curvo, stando in acqua, sia d’inverno sia d’estate, e facendo leva anche sulle gambe e sui piedi nudi. Mentre tiravano la rete, i pescatori erano soliti pronunciare ad alta voce: Oh, oh !…, Oh Sande Mattoje !…Oh Sand’Andreje !.., Oh Madonne de Sepònde…, Tiraaaa!…Ieme alla voce …Oh issa….; si invocava, mentre veniva tirata la sciabica anche Santa Rosalia, perché intercedesse per far riempire la rete di pesci, ed altre frasi in vernacolo molto colorite, che ho registrato anni fa, intervistando gli ultimi anziani sciabicoti, che descriverò dettagliatamente nella mia pubblicazione “La pratica della sciabica nel Golfo di Manfredonia”. Nella ricerca, sono inseriti tutti i proprietari di sciabiche di Manfredonia dagli inizi dell’800 al 1960, con i relativi soprannomi e foto d’epoca inedite.
Questa pesca è vietata nel Golfo di Manfredonia da più 50 anni.
Un gruppo di pescatori sipontini guidati da Michele Carpano detto “panzerotte” ha allestito una piccola sciabica “a ssciabbechelle”, e insieme alla Pro Loco di Manfredonia, che ha voluto promuovere questa iniziativa, faranno rivivere questa antica attività marinara praticata lungo la costa dai nostri avi nel Golfo di Manfredonia.
Un tempo, la Sciabica si teneva in vari siti di mare, descritti ognuno con il proprio nome in vernacolo, lidi che andavano dalla Grotta dei Monaci “a Grotte i Munece” (cala sabbiosa nei pressi dell’ex convento dei Monaci), fino alla zona di mare denominata “Torre de Prote” (Torre di Pietra) sulla strada per Zapponeta.
Dopo relativa richiesta alla Capitaneria di Porto, e all’Assessore al Demanio del Comune, che si ringraziano per la disponibilità, siamo riusciti ad ottenere le relative autorizzazioni per l’allestimento della rievocazione, che avrà luogo Martedì 12 agosto 2014 – presso il Lido “Aurora” di Siponto – ore 9,30.
Va evidenziato, che non sarà utilizzata la rete della grande sciabica che veniva usata fino alla fine degli anni ’50 inizi anni ’60, ma una rete con le stesse caratteristiche, ma di dimensioni più piccola denominata “a sciabbechelle” (la sciabichella).
I pescatori, con un battello a remi di 5-6 metri (come facevano un tempo i nostri avi), getteranno la rete “u tunne” in mare a mò di cerchio, per la cattura dei pesci, per poi strascicarla, tirandola a mano con la “pastore” legata con tirella che avvolgeranno con “a rocele” di volta in volta intorno alle due corde che sostengono la rete fino ”au lìte” (al lido o battigia).
Fine anni ’50 inizi anni ’60, del secolo scorso, questa antica pesca veniva praticata ancora da 8-9 proprietari di sciabiche.
Una delle zone più pescose, era nella zona di mare del sito denominato “Sand’Andunje”, dove tuttora sfocia a mare il canale delle acque alte a Siponto, nei pressi dello stabilimento balneare “Nettuno”. In quel sito, preferito, facevano a turno ogni giorno, nella cattura dei pesci (per la maggior parte cefali) tutte le sciabiche di Manfredonia. Un tempo i pesci, in particolare durante l’inverno, in grande quantità si spingevano sottocosta al riparo, in particolare nelle ore notturne e all’alba allo sbocco delle acque sorgive salmastre, che diventano più calde, mentre durante la stagione estiva stazionano sempre nei pressi delle sorgenti dove le acque sono più fresche.
In molte città di mare da alcuni anni si tiene la rievocazione di questa antica pesca a strascico a mano. Tra queste, vale la pena ricordare: Vasto Marina – Roseto – Pedaso – Acropoli – Numana – Cerrano (Taranto) – Porto Potenza Picena (Macerata) ed in altri paesi di mare
Parteciperanno alla rievocazione della sciabica di Manfredonia i pescatori: Michele Carpano detto “Necòle Panzerotte” capo ciurma, Antonio Sventurato, Michele Varrecchia, Gaetano Pastore, Matteo Lanzone, Antonio Troiano, Giovanni Bottalico, Davide Giardino, Roberto Andretti, Antonio Olivieri, Salvatore Cotrufo, Francesco Potito.
Si ringraziano per la collaborazione: Il Comune di Manfredonia – Assessorato alla Cultura; Promo srl; Ristorante-Pizzeria “Brezza Marina” di Siponto; Markittica s.r.l.; General Food di Michele Iaconeta; Lido Aurora di Siponto; Chiosco Frutti di Mare di Gaetano Trimigno.
L’iniziativa e’ stata promossa dalla Pro Loco di Manfredonia: Rosmary Valenti (presidente), Matteo La Torre (promoter turistico e consigliere), Samele Tiziano (consigliere), Massimo Verderosa (segretario) e dai Forbicioni (Franco Rinaldi e Lello Castriotta) soci da anni della locale Pro Loco, che animeranno la manifestazione.
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